Al Consiglio comunale di Palermo giace da giugno 2013 un testo, presentato dall’ex assessore alle Attività Produttive Marco Di Marco, che si chiama Regolamento Unico dei Mercati e che punta, come dice il nome stesso, ad una complessiva riorganizzazione del sistema dei mercati cittadini: gli oltre venti mercatini rionali, quelli storici come Ballarò, il Capo o la Vucciria e quelli generali, ossia l’ittico, l’ortofrutticolo e il florovivaistico.
Un testo che servirebbe a mettere ordine in un settore caotico ma che non è mai stato approvato passando attraverso riscritture, ritardi e ripensamenti. Si pensi all’ittico e all’ortofrutticolo, che il sindaco vorrebbe spostare da un’altra parte con il nuovo piano regolatore e che sono oggetto di continue manutenzioni urgenti (per tacere delle inchieste giudiziarie che hanno colpito via Montepellegrino). O di una serie di mercatini rionali di cui da tempo si discute il trasferimento in aree più idonee per dimensioni, viabilità e sicurezza. Come nei casi emblematici di viale Francia o di viale Campania, con l’impossibile convivenza tra i lavori, rispettivamente, di passante e anello ferroviario, e gli stand degli ambulanti. O ai complicati traslochi del mercato “Guglielmo il Buono” da via Libero Grassi al parcheggio di via Nina Siciliana e del “Brancaccio” da via Pecori Giraldi a via Di Vittorio.
Per sbloccare la situazione, allora, la giunta Orlando ha proposto all’aula di stralciare dal Rum con un emendamento i mercati e le botteghe storiche – Ballarò, Capo, delle Pulci, Vucciria, via Bandiera e via Montalbo – dandogli una corsia preferenziale in aula. L’obiettivo è «rivitalizzare tutti quei luoghi che in questi ultimi mesi hanno registrato notevoli difficoltà sia per la congiuntura economica sia per l’introduzione di nuovi sistemi di mobilità cittadina». Il riferimento, piuttosto palese, è alla Ztl. Nella delibera si ipotizzano per questi mercati sconti sulle imposte comunali e la creazione di itinerari turistici. Non appena anche il resto del Rum sarà approvato, ci penseranno gli uffici a redigere un testo unico.
«Ogni attività iscritta all’albo, così come già deciso dall’amministrazione comunale – si legge in una nota di piazza Pretoria – potrà utilizzare delle agevolazioni fiscali come la riduzione delle tariffe Ici, Tosap, imposta sulla pubblicità e le pubbliche affissioni; utilizzare la monetizzazione e/o la ridefinizione dei requisiti urbanistici e avere delle facilitazioni anche attraverso apposite disposizioni urbanistiche o regolamentari; l’utilizzazione dei locali degli edifici esistenti anche dal punto di vista dei requisiti igienico-sanitari. Con l’approvazione del Regolamento – prosegue la nota -, l’amministrazione potrà adottare, a favore delle attività iscritte all’Albo, anche altre agevolazioni, come la deroga in materia di orario di servizio dell’attività o interventi in materia di segnaletica stradale; agevolazioni dirette, quindi, a migliorare le condizioni di visibilità e accessibilità degli esercizi, promuovere manifestazioni culturali, campagne di comunicazione e iniziative di valorizzazione degli esercizi storici e, infine, l’inserimento nell’itinerario turistico che il Comune potrà pubblicizzare attraverso il proprio sito istituzionale».
«L’approvazione del percorso privilegiato della parte del Rum che riguarda i mercati storici e le botteghe storiche – dichiarano il sindaco Leoluca Orlando e l’assessora alle Attività produttive, Giovanna Marano – conferma il percorso voluto dall’amministrazione della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città attraverso iniziative volte a rendere fruibili i luoghi storici della città ed attrarre un sempre maggior flusso turistico. Questo è anche la conferma della nostra attenzione in particolare per gli assi viari di via Roma e via Maqueda».
Non per tutti è così, però. Il presidente della commissione Attività Produttive di Sala delle Lapidi, Paolo Caracausi, ne fa una questione di priorità: «Il Rum in realtà è scorporato in due parti, e una riguarda i mercati generali, ittico e ortofrutticolo in particolare. Io avrei dato priorità a quelli: non conosciamo i motivi per cui l’assessore abbia deciso di stralciare la parte sui mercati storici. All’ittico e all’ortofrutticolo ci sono molti problemi. Come ce ne sono sui mercatini rionali, che sono almeno 22-23 e che l’ex assessore Di Marco voleva ridurre a 8. Molti non sono a norma, mancano i piani di sicurezza, andrebbero spostati ma non si sa ancora dove. Senza dimenticare quelli abusivi, come il mercatino dell’antiquariato di piazza Marina o quello dell’usato all’Albergheria. Se non si fa ordine su questi aspetti – avverte il consigliere – c’è il rischio di approvare un regolamento di fatto inapplicabile. Perché non è stato ancora approvato? Siamo pronti da mesi (il testo è stato inserito all’ordine del giorno il 4 novembre, ndr) ma in aula ci sono resistenze personali». Il 7 dicembre la commissione ascolterà Marano.
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