Memorial day Mariella Lo Giudice 2013 Una serata contro la violenza sulle donne

Musica, coreografia e teatro uniti dal filo conduttore della tutela della condizione femminile contro ogni forma di sopraffazione. È quanto è organizzato per la serata omaggio all’attrice catanese Mariella Lo Giudice scomparsa nell’agosto del 2011 che si terrà questa sera nella corte di Palazzo Platamone. Promossa dal Teatro Stabile e dal comune di Catania vuole essere un omaggio all’attrice e ai suoi tanti anni di carriera che ha trovato nelle stagioni del Teatro Stabile etneo il giusto spazio, ma anche alla donna Maria Enza, in arte Mariella. Tanti gli amici infatti presenti per ricordarla, come Franco Battiato e Lucia Sardo, ma anche la sorella Silvana Lo Giudice che con la sua coreografia Molecole di emozioni aprirà la serata. Dieci le danzatrici della Compagnia Città Teatro Danza che balleranno su musiche di Aubry.
Durante l’edizione 2013 del Memorial day Mariella Lo Giudice il cui ricavato sarà devoluto all’associazione Thamaia Centro antiviolenza, inoltre, spazio per lo spettacolo di Silvia Resta e Francesco Zarzana La città di plastica – nel giardino dei sogni, «importante esempio di giornalismo d’inchiesta, che indaga significativamente sulle vicende vere di tre donne private del godimento dei diritti umani», si legge sulla presentazione dell’evento. Claudia Campagnola ne è interprete, mentre la regia è firmata da Norma Martelli che si è avvalsa della scena di Camilla Grappelli e Francesco Pellicano, suono di David Barittoni. Antonella Civale leggerà la poesia di Forough Farrokhzad. «Lavoro intenso e dal forte messaggio, La città di plastica è il contributo offerto dalla Compagnia della Luna, guidata dalla direzione artistica di Nicola Piovani, che insieme alla moglie Norma Martelli è stato legato da profonda amicizia a Mariella Lo Giudice per lunghi anni», leggiamo ancora sulla presentazione.
Tre storie di tre donne contemporanee, ma che raccontano di soprusi antichi. La storia dell’iraniana Neda Salehi Agha Soltan, la studentessa uccisa a Teheran durante le proteste del 2009 e la cui morte, documentata da un video amatoriale, è diventata un simbolo di protesta contro Ahmadinejad.
La storia dell’afghana Hanifa, venduta ancora bambina, come tante coetanee, dalla famiglia a mariti adulti. «È lo strazio di migliaia di giovanissime ragazze che per sfuggire ai matrimoni combinati, scelgono di darsi fuoco. Si cospargono di benzina e si bruciano. Alcune muoiono, altre finiscono ustionate a vita. È la loro dannata strada per la libertà», spiega l’autore.
La terza storia è quella di Rose, costretta a tagliare rose nelle serre sul lago Naivasha, poco lontano da Nairobi, in Kenya. Sotto i teloni incandescenti in cui lavora, però , non ci sono solo fiori, ma anche polveri chimiche come anticrittogamici, antiparassitari, pesticidi. «Una città di plastica sorta per il profitto delle multinazionali, che produce tumori e fiori. Fiori che finiscono in occidente, comprati e scambiati come simbolo d’amore», aggiunge.
Storie difficili, drammatiche ma reali. «Per raccontare le emozioni, i pensieri, i sogni, i desideri e le paure di tre giovani donne come me, – spiega l’attrice che porta le voci delle ragazze sul palco, Claudia Campagnola – mi sono affidata al sentire, cercando di gestire il troppo coinvolgimento. Il mio corpo, la mia voce sono diventati uno strumento. Neda nel testo dice: «Il pensiero è libero, nessuno può metterlo in catene. La voce corre nell’aria». La mia voce, raccontando di Neda, di Hanifa e di Rose corre nell’aria cercando di raggiungere il cuore di chi ascolta», conclude.

Redazione

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