Mediterraneo: l’incredibile storia dell’imbarcazione tunisina che prestò soccorso a un gommone di immigrati…

LA STORIA LA RACCONTA BLOGDIELES. UNA VICENDA PARADOSSALE CHE LA DICE LUNGA SULLA LEGISLAZIONE ITALIANA SU TALE MATERIA

Questa storia l’abbiamo letta su BlogdiEles e siamo rimasti di ghiaccio. sappiamo che la legge Bossi-Fini vieta di soccorrere i barconi con i migranti. Ma non eravamo a conoscenza delle peripezie che è costretto a sopportare chi, nel nostro Paese, dà aiuto a questi infelici che rischiano la vita in mare per sfuggire alla fame e, spesso, alla morte.

Questa è la storia di sette pescatori tunisini che la mattina dell’8 agosto 2007, nel vedere un gommone carico di essere umani in difficoltà, si precipitarono per dare loro soccorso.

Una vicenda che è stata raccontata al Tribunale di Agrigento da uno dei naufraghi, Mohamed Naciri. Il gommone era in avaria dal secondo giorno di navigazione. Erano guai seri. A quanto pare stava cominciando a sgonfiarsi ed era alla deriva.

Alcuni pescherecci, stando al racconto del naufrago, non si erano fermati. va detto che il Mediterraneo è un mare grande. Dove pescano pescherecci di mezzo mondo. Non è detto, insomma, che fossero pescherecci italiani.

A un certo punto compare un peschereccio tunisino. Il comandante, Janzeri, richiede con un Sos l’intervento della Guardia Costiera italiana e l’invio di un medico. Per la cronaca, a bordo del gommone, tra gli altri, c’erano anche un bambino disabile e una donna che stava per partorire.

La nave della Marina Militare giunge sul posto qualche ora dopo. Le imbarcazioni vengono scortate al porto di Lampedusa. I passeggeri vengono soccorsi, mentre i pescatori tunisini arrestati perché scambiati per scafisti.

Le conseguenze per i sette pescatori sono state drammatiche: pescherecci sotto sequestro, famiglie alla fame. Quaranta giorni di arresto e un processo durato 4 anni.

Il BlogdiEles fa notare l’aspetto paradossale della storia: la Convention on Maritime Search and Rescue che impone a tutte le imbarcazioni l’obbligo di soccorrere i naufraghi “Indipendentemente dalla loro nazionalità”. Mentre per la legge italiana – la già citata legge Bossi-Fini – chi si trova in mare si trova ed è in difficoltà, uomo o donna che sia, una volta entrato nelle nostre acque territoriali diventa automaticamente un clandestino. E chi lo va a soccorrere rischia di essere scambiato per un pericoloso trafficante…

 

 

Redazione

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