Maurizio Caserta si presenta a villa Pacini «Disponibile a primarie aperte e trasparenti»

Mamadou ha dodici anni, i capelli ricci, una tuta blu e un pallone in mano. Stamattina non ha trovato per strada compagni con cui giocare a calcio, ha visto un’insolita folla all’ingresso di villa Pacini e si è mischiato ai giornalisti accorsi per la presentazione ufficiale di Maurizio Caserta, docente di Economia dell’ateneo etneo, come candidato sindaco di Catania. Dalla prima fila gli ha rivolto due domande semplici: «Che progetti hai? E cosa pensi di fare per tutti i disoccupati che ci sono e che non riescono a pagarsi la casa?». Caserta, che fino a poco prima aveva parlato di «bilanci da mettere in ordine», «città sommersa dai debiti» e «nodi strutturali da affrontare», cambia registro. «Non credi che il centro di Catania sia troppo affollato? – risponde al ragazzo – Ci sono tanti parchi e piazze, come questa villa in cui siamo, che non vengono usati. Questa città ha tanti cuori e io vorrei che ricominciassimo ad andare in giro».

Maurizio Caserta risponde alle domande dei giornalisti e di Mamadou

Poco dopo ai giornalisti specifica la sua idea. «Mi piacerebbe portare mercati specifici in diversi quartieri, così i cittadini sarebbero spinti a circolare di più». E in cima alla lista delle cose da fare in caso di vittoria, il docente a capo della lista civica Fondazione Aperta, mette una passeggiata con i ragazzi disabili. «Per vedere se sono liberi di andare a scuola, o di tornare a casa – spiega – nelle grandi città europee si vedono spesso persone sulla sedia a rotelle andare in giro da sole, qui no e credo che intervenire su questo aspetto sia una misura di civiltà». Da buon economo, tuttavia, sa che il nodo strutturale da sciogliere per rilanciare Catania è quello dei conti. «Un padre di famiglia se ha debiti, non pensa a contrarne di nuovi per spendere di più – sottolinea –. Dobbiamo partire dal rilancio economico che passa necessariamente dal pagare i debiti, riducendo le spese e aumentando le entrate. Ho trascorso tutta la mia vita a studiare queste cose, so come si fa».

Si passa quindi al capitolo alleanze. Negli ultimi giorni, oltre alle acquisite candidature dell’attuale primo cittadino Raffaele Stancanelli a destra e di Giuseppe Berretta ed Enzo Bianco nel centrosinistra, si è fatta strada quella di Marisa Acagnino, presidente di sezione del Tribunale Civile di Catania, sostenuta dal Megafono, il movimento del governatore Rosario Crocetta. Caserta si dice aperto al dialogo con tutti e disponibile a partecipare ad eventuali primarie. «L’offerta politica della città si sta delineando – analizza – io non sono stato indicato né da partiti, né da rettori, né da presidenti della Regione. Noi teniamo ferma la nostra identità di raggruppamento civico, ma non ci sottrarremo al confronto. Anche alle primarie, basta che siano aperte e trasparenti. Se non sarà così, ci terremo lontani dalle rese dei conti». Il messaggio sembra rivolto a Berretta e Bianco, protagonisti nei giorni scorsi di un vivace botta e risposta. «Parlare attraverso i giornali come fa il Pd non è certo un bel modo di dialogare», ribadisce Caserta. E a villa Pacini stamattina si sono visti anche uomini dello staff di Bianco, oltre che il presidente dell’Arcigay catanese e diversi membri della società civile e delle associazioni.

La scelta del giardino a ridosso degli Archi della marina per la presentazione ufficiale non è stata casuale. «Da qui si dovrebbe vedere il mare da una parte e la cupola del Duomo dall’altra – spiega il candidato – invece c’è il degrado. Questo è uno degli esempi che dimostrano che a Catania le risorse esistono, ma non sono valorizzate». Serve rimettere in moto le idee, perché senza quelle non si fanno soldi. «Perché senza idee  – continua Caserta – l’unico modo per fare soldi è rubarli agli altri con la violenza. Noi invece non sopporteremo più le troppe disuguaglianze di questa città». Per vincere e realizzare tutto questo, il candidato della società civile dovrà recuperare senza dubbio un gap di popolarità rispetto ad altri candidati. Come? «Non esistono altri modi per attrarre consensi – conclude – se non quello di essere se stessi».

Salvo Catalano

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