Matteo Renzi a Palermo? Non ha convinto. Anzi…

IL SEGRETARIO NAZIONALE DEL PD HA DELUSO LA PIAZZA. DA LUI CI SI ASPETTAVA DI PIU’. NON HA ELIMINATO ALCUN PRIVILEGIO. E LE SUE SCELTE NON PIACCIANO NE’ AI SINDACATI, NE’ A CONFINDUSTRIA. L’ITALICUM? E’ PEGGIO DEL PORCELLUM

di Alfio Di Costa

Amiche ed Amici , Vi vorrei raccontare le mie impressioni sul comizio di Renzi a Palermo.

Come ben sapete, due giorni fa, nel tardo pomeriggio, è andato in scena a in piazza Politeama, a Palermo, il comizio di Renzi. Io, come ben sapete ho studio a Palermo dal 1987. Così ho smesso prima di lavorare perché non volevo perdermi il comizio.

Ho chiamato un mio amico tesserato del PD, renziano della prima ora, con cui ci confrontiamo e condividiamo spesso le nostre idee dandoci appuntamento per le 18,45. Insieme avevamo già visto Renzi in comizio il 20 febbraio 2013 insieme a Bersani, in piazza Verdi, accanto lo splendido Teatro Massimo di Palermo. Quello era stato un giorno di festa, un bel comizio, grande partecipazione, grandi emozioni, Renzi si era dimostrato più comunicatore di Bersani, tutti abbiamo pensato: “Peccato che non sia Renzi il candidato a Premier”.

Con queste aspettative ci mettiamo accanto alle transenne osservandoci intorno, ci sono abbastanza persone, ma non quella folla delle grandi occasioni. Grande Palco, grande amplificazione e musica. Apre il comizio un ragazzo che si chiama Raciti, è il segretario regionale del PD, che nessuno ascolta.

Poi è la volta di Renzi. Si alza il volume della musica, si alzano le bandiere , si alzano gli striscioni, cala il silenzio in piazza Politeama e, dopo la prima parola, la piazza si riempie di fischi, di cori ” buffone buffone”, Renzi ha difficoltà a farsi ascoltare. Certo, c’è anche qualche applauso, ma non basta a dar forza a Renzi.

Renzi si lamenta dell’Europa che ci ha lasciati soli ad affrontare l’emergenza immigrazione, parla della disoccupazione giovanile e dice che grazie al piano Garanzia giovani 4981 di loro potranno lavorare. Renzi non è brillante, non convince nemmeno i suoi, usa troppi slogan triti e ritriti, dice che non si fa fermare dai fischi, ma finisce velocemente questo dannato comizio.

Ma cosa accadeva sotto al palco? Ci sono tutti, c’è lo stato maggiore del PD. C’è anche il consigliere politico di Renzi, il Sottosegretario Delrio. Ci sono i candidati alle Europee, i deputati nazionali e regionali. C’è pure un isolato Mirello Crisafulli con accanto soltanto il deputato regionale Alloro, nessuno si avvicina a lui. Isolata è pure l’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra.

Renzi scende dal palco e con il codazzo di giornalisti e fotografi inizia a stringere le mani e a scambiare qualche battuta, si avvicina anche a me e mi porge la mano che io stringo. C’è pure il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, che cerca di guadagnarsi posizioni accanto a Renzi ed ai giornalisti.

Ma inizia il balletto con Renzi che si allontana quando Crocetta si avvicina, fin quando Crocetta si arrende e stringe pure lui poche mani. Tutti forse ci aspettavamo di più , anche il mio amico renziano della prima ora non è contento.

Non è stata una festa, Renzi ha deluso la piazza, ha perso smalto, non ha convinto. Forse la realtà da affrontare è molto diversa dal fare opposizione. Sicuramente le sue proposte non hanno colpito nel segno.

L’italicum è peggiore del Porcellum. Non ha eliminato nessun privilegio e le sue scelte sono contestate da Sindacati e Confindustria. La Merkel sta distruggendo l’Europa e lui ne cerca l’appoggio. Renzi, o cambia subito strategia o verrà sconfitto nei fatti dall’Italia che soffre e che non arriva a fine mese.

L’emergenza è il lavoro, ma la legge approvata oggi, a mio parere, non va nella giusta direzione. Se Renzi è uomo di centrosinistra lo deve ancora dimostrare, non basta avere una tessera o essere il Segretario nazionale del più grande Partito della Sinistra per essere un uomo di centrosinistra.

 

 

Redazione

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