Mattarella è il nuovo presidente della Repubblica Il siciliano della Dc che piace a tutti (o quasi)

Appelli in suo favore, dichiarazioni di pubblica stima e speranze per il rapporto Stato-Regione. Ma anche delle critiche.
Sergio Mattarella – ex deputato, ex ministro dei Rapporti con il parlamento, dell’Istruzione e della Difesa e attualmente giudice della Corte costituzionale – con 665 voti è stato eletto nuovo presidente della Repubblica. Di tradizione democristiana, è figlio del politico Bernardo e fratello di Piersanti, presidente della Regione siciliana ucciso dalla mafia 1980. Per lui, fin dalla decisione del premier Matteo Renzi che lo ha indicato al Partito democratico e agli alleati come il candidato da votare, si sono susseguite le attestazioni di stima. «Mattarella è un uomo colto, democratico, fedele alla costituzione, rispettoso dello statuto autonomistico della Sicilia; sulla sua pelle, come tanti altri siciliani e italiani, ha vissuto la lotta alla mafia», sostiene il governatore Rosario Crocetta. Che rivolge un appello ai grandi elettori siciliani, chiedendo di votare per lui: «È un’occasione storica», avvisa Crocetta riferendosi alla possibilità di avere per la prima volta un siciliano al Quirinale. «Rappresenta l’integrità, la pulizia, la parte migliore del Sud». 


https://twitter.com/gianpierodalia/status/561452092993196034

A lui fa eco
Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale siciliana. «Con il mio voto il parlamento siciliano si riconosce in Mattarella», scrive in un tweet poco dopo aver votato. «Mattarella è la persona più adatta a ricoprire l’incarico di presidente della Repubblica», cinguetta anche il messinese Giampiero D’AliaGiuseppe Lumia, senatore Pd e capogruppo in commissione Giustizia, ai giornalisti dichiara di sentirsi «orgoglioso di aver votato Sergio Mattarella: un siciliano che rappresenta al meglio le istituzioni, l’antimafia e la legalità». La sottosegretaria allo Sviluppo economico Simona Vicari, palermitana, descrive il neopresidente come il «paradigma dell’altra Sicilia, la Sicilia che non si esibisce ma agisce, che non teme d’essere coerente sino a sembrare lontana dai cori usuali, che non si fa professionista di mode mediatiche e che è reale testimonianza di quei valori che sono il vero nutrimento del nostro Paese». «Lo conosco da quando ero ragazzino, ho una grande stima di lui, che gli ho manifestato votandolo come giudice della Corte costituzionale», ricorda anche il ministro degli Interni Angelino Alfano

Ma al coro di voci favorevoli se ne leva una contraria. Viene dall’associazione antimafia Rita Atria, ente che porta il nome della testimone di giustizia morta nel 1992 a soli 17 anni. Sergio Mattarella, ricordano i membri dell’associazione, «testimoniò a favore di Vincenzo Culicchia, sindaco di Partanna per 30 anni. Lo stesso sindaco denunciato dalla nostra Rita Atria». Le testimonianze della giovane permisero di aprire un processo nei confronti dell’ex primo cittadino, anche lui democristiano. «Credo proprio che mai Culicchia andrà in galera – scrisse Rita Atria nel suo diario – Ha ucciso, rubato, truffato ma mai nessuno riuscirà a trovare le prove che lo accusano e provino che dico la verità». 

Il processo nei confronti di Vincenzo Culicchia si è concluso con un’assoluzione, «dal punto di vista giudiziario non possiamo condannarlo – riconoscono i membri dell’associazione – ma dal punto di vista politico e morale, sì». Per questo motivo, sottolineano, «non lo vogliamo (Mattarella, ndr) come presidente. E pensiamo che non dovrebbe volerlo nemmeno chi dice di fare memoria di Rita Atria. Non dovrebbe volerlo nemmeno chi si presenta con la fascia tricolore davanti alla tomba di Rita o alle manifestazioni in suo nome. Non dovrebbe volerlo nemmeno chi approva le leggi per il risarcimento dei testimoni nel nome di Rita Atria e siamo certi che anche altre associazioni che ricordano puntualmente morte e compleanni di Rita sapranno prendere le dovute distanze». 

Redazione

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