Matrimoni falsi, arrestati due palermitani Un’unione costava anche diecimila euro

La polizia ha arrestato due palermitani, eseguendo nei loro confronti altrettanti ordini di esecuzione per la carcerazione per scontare una sentenza di condanna. Si tratta di G. F., di 30 anni, condannato a 2 anni e 10 mesi e del 49enne G. L. P., condannato a 3 anni e 10 mesi. I due, seppur con ruoli diversi, riferisce la polizia, avrebbero svolto un ruolo nella vasta organizzazione composta da italiani e marocchini, sgominata dalle operazioni della squadra mobile di Palermo Casablanca e Casablanca II, che, attraverso matrimoni fittizi, consentiva l’ingresso irregolare in Italia di cittadini extracomunitari. È emerso come marocchine e marocchini pagassero all’organizzazione sino a 10 mila euro per un matrimonio, con la speranza di ottenere una carta di soggiorno italiana o, ancora meglio, la cittadinanza di un Paese europeo.

Le indagini, svolte dalla squadra mobile, presero spunto dalla istanza presentata da un cittadino marocchino presso l’ufficio immigrazione della questura di Palermo volta a formalizzare il proprio ricongiungimento familiare con la coniuge palermitana. Nell’occasione, lo straniero presentò copia dell’atto di matrimonio celebrato in Marocco. Da subito emersero dubbi sulla fondatezza dell’atto matrimoniale e soprattutto sulla reale convivenza dei coniugi, alla luce della circostanza che la donna italiana, agli atti del Comune di Palermo, risultasse già coniugata con altri due cittadini, sempre marocchini.

Le conseguenti indagini accertarono, inoltre, come uno dei due mariti della donna, avesse già inoltrato, sempre presso gli uffici della Questura, una richiesta per il rilascio della carta di soggiorno, dichiarando di essere coniugato e convivente con la stessa cittadina. Il rifiuto del rilascio del documento richiesto e la contestazione della irregolarità del matrimonio contratto convinsero lo straniero a collaborare con gli investigatori. L’uomo riferì di avere pagato 4mila euro allo scopo di contrarre matrimonio con una italiana così da potere ottenere i documenti per entrare e rimanere in Italia.

G. F. è risultato essere uno dei soggetti reclutati per andare in Marocco a celebrare i matrimoni combinati. Dai successivi accertamenti effettuati dalla squadra mobile, è emerso infatti che l’uomo, nel 2008, si era recato in Marocco da celibe ed era rientrato sposato con una giovane donna, la quale avrebbe richiesto un permesso di soggiorno per ricongiungimento al coniuge. G. L. P., dipendente di una società di taxi, è stato individuato come uno dei componenti dell’organizzazione criminale sgominata. L’uomo si sarebbe occupato del trasporto con il suo taxi delle donne e gli uomini che avrebbero dovuto contrarre il matrimonio combinato in Marocco, attraverso la rotta Palermo-Genova-Spagna. 

Stefania Brusca

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