Prima della chiusura delle urne, è stato il tema caldo della giornata di voto: le matite copiative che, a detta di diverse segnalazioni in tutta Italia, erano cancellabili. Oggi, a distanza di due giorni dal referendum costituzionale, una delle persone che ha protestato per questa circostanza è stata denunciata per interruzione di pubblico servizio e procurato allarme. È successo a San Biagio Platani, piccolo Comune in provincia di Agrigento.
Sono stati i carabinieri della locale stazione a denunciare una donna che, dopo aver votato, aveva protestato con veemenza, con il conseguente intervento, a più riprese, dei militari dell’Arma e la momentanea interruzione delle attività di voto.
Nella stessa giornata di domenica sul caso delle matite copiative è intervenuto il ministero dell’Interno con una nota per ribadire che si tratta di tratti indelebili e anche la Prefettura di Catania ha precisato che «le matite sono indelebili sulla carta delle schede elettorali, non sulla carta di quaderno. Ed è ovvio che provare a cancellare un pezzettino del proprio voto, oltre a non essere dimostrativo, significa deteriorare la propria scheda elettorale. Che dovrà essere annullata».
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