«Una cosa montata a regola d’arte». I fedelissimi del sindaco di Mascalucia Enzo Magra non vogliono crederci. La diffusione della notizia delle possibili dimissioni del primo cittadino mascaluciese, raccontate ieri da CataniaToday e questa mattina da LiveSicilia Catania, non va giù a chi sta dalla parte del capo della giunta. E che vede nell’indiscrezione un attacco politico a scoppio ritardato. «È un caso che l’incalzare delle polemiche arrivi dopo il rinnovo dei vertici dell’Acoset?», domanda Alessio Cardì, giovanissimo assessore al Bilancio, ex consigliere comunale, fedele scudiero dell’onorevole regionale Luca Sammartino. «Magra non si dimette – afferma, con forza, a MeridioNews – E lo dirà presto in una nota ufficiale. Per il momento, è troppo amareggiato. Qualunque cosa sia accaduta, però, i panni sporchi si lavano in famiglia».
Cardì è un fiume in piena. Dopo un’arringa difensiva pubblicata su Facebook, è il momento di rivolgerla ai giornali. «Non c’è stato un solo atto politico che sia arrivato in Consiglio comunale e che non sia stato votato all’unanimità dai consiglieri di maggioranza», sostiene. Certo è che qualche «mal di pancia» c’è, probabilmente anche tra chi Magra lo ha sostenuto affinché venisse eletto. La coalizione con la quale è salito sullo scranno più alto del municipio di Mascalucia, in effetti, teneva dentro un po’ tutti. Non proprio da Che Guevara a Madre Teresa, ma poco ci mancava. C’era perfino Fabio Cantarella, leader della Lega nel Catanese, come assessore designato.
E poi, ça va sans dire, i sammartiniani del centrosinistra, gli ex autonomisti e persone che, nel 2018, potevano dirsi vicine a Forza Italia in virtù del legame con il sindaco etneo Salvo Pogliese. Poi Pogliese con FI ha rotto e pure nell’amministrazione di Mascalucia, con tutta evidenza, qualcosa deve essere andato storto. «Mi dicono che è dal centrodestra di Palazzo degli elefanti che è venuta questa voce – attacca Cardì – La politica provinciale sta tentando di entrare anche nella nostra piccola amministrazione». Ma per fare andare avanti un centro di 35mila abitanti servono i temi, non i massimi sistemi. «Mica stiamo qui a pettinare le bambole».
Da settimane, sostiene l’assessore, «arrivano lettere anonime o controfirmate che attaccano questa amministrazione, tant’è che ci stiamo recando dai nostri legali per valutare querele per diffamazione». Tutto sarebbe iniziato con il voto per il consiglio di amministrazione dell’Acoset, la partecipata che si occupa dell’acqua nei Comuni pedemontani. Lì a luglio il rinnovo delle cariche di presidente e direttore ha fatto sperimentare al centrosinistra un’unità che forse non c’era mai stata: presidente Diego Di Gloria, 75enne ex sindaco di Adrano, che piace a Sammartino. Direttore Giuseppe Rizzo, fedelissimo del deputato dem Anthony Barbagallo.
Mentre il centrodestra stava a guardare, o fingeva di dormire (nel caso dei sindaci, votanti, che fanno riferimento a Raffaele Lombardo). «È vero che il sindaco è stato eletto con una coalizione trasversale, ma è chiaro che dopo un anno di mandato si veda da che parte sta. Enzo Magra sta con Luca Sammartino». Così le voci delle dimissioni sarebbero state fatte trapelare per attaccare il deputato regionale tramite il suo sindaco. Ma non è che, invece, durante una discussione con qualche maldipancista su piano regolatore, conti pubblici e chiusura di Mosema, il sindaco Magra ha minacciato dimissioni? «Non lo so, e comunque non lo verrei certo a dire a lei».
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