Erano da poco passate le 7 di mattina del 3 ottobre quando in un bar della frazione Nunziata di Mascali entra un giovanissimo ragazzo nigeriano ferito, chiedendo aiuto. Il minore era già conosciuto perché ospite da diversi giorni della comunità Esperanza, sita a poca distanza. Sul posto sono intervenute le gazzelle del Radiomobile, il comandante della stazione dei carabinieri e personale del 118, che ha soccorso il ragazzo trasportandolo al pronto soccorso dellospedale di Giarre, dove gli sono state diagnosticate varie ferite lacero contuse.
Dalle indagini dei carabinieri della stazione di Mascali, coadiuvati dai colleghi del nucleo Radiomobile di Giarre, è stato tratto in arresto con l’accusa di tentato omicidio, sequestro di persona e lesioni personali ai danni di un minore di origini nigeriane un pregiudicato del posto, Francesco Sagona, 32 anni, operaio manutentore della comunità alloggio Esperanza, poiché ritenuto responsabile, insieme ad un altro dipendente della struttura, al momento irreperibile e tuttora ricercato. Alla base dell’aggressione, pare ci fossero le lamentele del giovane sui ritardi nel rilascio del permesso di soggiorno.
Lattività investigativa per comprendere le cause del ferimento è stata eseguita con la collaborazione degli assistenti sociali e dei mediatori culturali – il minore parla solo il francese e un minimo dinglese -, la vittima riusciva a fornire agli investigatori i dettagli della notte di terrore appena trascorsa. In particolare raccontava che era da poco passata la mezzanotte quando con uno stratagemma Sagona laveva convinto a lasciare la comunità ed a salire a bordo della propria vettura «per parlare». In realtà si dirigevano verso una zona isolata della frazione di Fondachello, dove ad attenderli cera il complice. Lì il minore racconta di essere stato aggredito con un arma da taglio e di essere riuscito solo per miracolo a sfuggire ai due aguzzini.
I carabinieri, durante lesposizione dei fatti, riescono a comprendere anche il movente dellassurdo ferimento: sembra che a scatenare questo incomprensibile raid punitivo siano state le lamentele espresse dal ragazzo in merito al ritardo nel rilascio del permesso di soggiorno da parte delle autorità. Il racconto della vittima è confermato anche da altre testimonianze raccolte dai militari e dallanalisi del traffico telefonico del cellulare dellarrestato.
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