Mascali, 28enne perseguita la ex dopo separazione Minacciata con una pistola: «Vai via o ti uccidiamo»

Un 28enne di Mascali, S.F., è stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri della locale stazione con l’accusa di atti persecutori nei confronti della ex fidanzata. La donna sarebbe stata oggetto dal 2017 di azioni vessatorie e minacce esplicite, fino a non potersi sentire sicura neanche nella propria abitazione.

Tutto sarebbe iniziato, come evidenziato dalle indagini coordinate dal pool di magistrati della procura di Catania qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, dopo la fine della relazione con la compagna. L’uomo aveva già avuto il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla ex, misura prima aggravata con la custodia in carcere e poi sostituita con quella degli arresti domiciliari. Ma una volta tornato in libertà, in attesa del giudizio, avrebbe continuato come se niente fosse nella sua opera di persecuzione, al solo fine di costringere più che convincere la donna a riprendere il rapporto sentimentale.

La donna, temendo per la propria incolumità, avrebbe dovuto modificare le sue abitudini di vita. Costretta per un periodo a soggiornare in una struttura di accoglienza, al suo ritorno a casa è stata costantemente assillata telefonicamente con reiterate chiamate anche mute, pedinata e obbligata con violenza anche a consegnare il proprio cellulare (l’uomo controllava se avesse una nuova relazione sentimentale), nonché ingiuriata con epiteti irripetibili.

Una volta iniziata una nuova relazione, la situazione è precipitata. S.F. sarebbe arrivato a suonare al citofono di casa della donna, spalleggiato da due familiari. La richiesta era di fare scendere il nuovo fidanzato, con l’obiettivo di regolare i conti. Al rifiuto della donna, l’uomo avrebbe danneggiato l’auto della ex a calci, mentre uno dei parenti avrebbe tirato fuori una pistola gridandole contro: «Devi andare via, sennò ti uccidiamo!»

Disperata, la donna si è rivolta ai carabinieri. Il giudice, accogliendo la richiesta del magistrato titolare dell’indagine basata sul quadro probatorio ricostruito dai militari, ha emesso la misura restrittiva.

Redazione

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