Maria Rita Sgarlata, l’assessore alla ricerca del proprio “io” governativo…

Alle chiAcchiere del presidente della Regione, Rosario Crocetta, si aggiungono, adesso, anche le parole di qualche assessore regionale. E’ il caso di Maria Rita Sgarlata, già esponente del Pd di Siracusa, oggi esponente del Megafono, nominata, per grazia rivecuta, assessore ai Beni culturali di questa nostra sempre più bizzarra Regione siciliana.

A giudicare da quello che scrivono gli esponenti di due organizzazioni sindacali – Cobas e Sadirs – l’assessore avrebbe scoperto di essere ‘terza’ rispetto al ruolo che è chiamato a ricoprire. Insomma, un’evoluzione ‘pirandelliana’ del ruolo di governo che, almeno sotot il profilo letterario, potrebbe risultare molto interessante (un po’ meno sottO il profilo politico…).

Scrivono, infatti, gli esponenti delle due organizzazion i sindacali a proposito delle ‘gesta’ dell’assessore alla ricerca del prorpio “io” governativo: “Ci troviamo davanti alla solita demagogia sulla gestione dei beni culturali in Sicilia! E, incredibilmente, l’assessore al ramo, responsabile di tutti gli atti di indirizzo inoltrati a chi fa la gestione amministrativa, sta denunciando alla stampa la propria inerzia, confessando di non intervenire come dovrebbe e rivolgendosi – invece – ai giornali come se non fosse la principale protagonista, ma una semplice spettatrice”.

Qui possiamo notare lo ‘sdoppiamento’ delle personalità: metà ‘governativa’ e metà ‘di opposizione’ (a se stessa?).

I sindacalisti citano il caso del museo regionale ‘Antonino Salinas’ di Palermo, attualmente chiuso per appalti. Ovviamente, precisano gli esponenti di Cobas e Sadirs, “bisogna mantenere i livelli di vigilanza dovuti per legge in base al patrimonio custodito. Contestualmente, gli uffici amministrativi del sito hanno prestato regolarmente la loro opera all’interno del museo-cantiere (nonostante carenti condizioni igieniche lamentate dalle organizzazion i sindacali)”.

“Il personale addetto alla sicurezza, nel frattempo – prosegue la nota sindacale – ha continuato a vigilare sui beni custoditi, provvedendo anche ad assistere negli spostamenti dei reperti gli operai dell’impresa esecutrice dei lavori. Per la cronaca, la vigilanza ha anche consentito, nei giorni scorsi, di sventare un furto con effrazione da parte di ignoti che tentavano di introdursi attraverso i ponteggi montati all’esterno dell’edificio”.

A questo punto il comunicato diventa un po’ oscuro: “Chiediamo all’assessore, pertanto – leggiamo sempre nella nota sindacale – di assumersi le proprie responsabilità, impartendo i dovuti atti di indirizzo finalizzati alla buona amministrazione dei beni culturali, avendo il coraggio, nel caso in cui non condividesse il vigente Codice dei Beni culturali (per la parte che prevede la vigilanza anche delle strutture chiuse), di abrogarne la validità nelle strutture museali e archeologiche della Regione siciliana, individuando misure alternative di tutela e vigilanza”.

Non capiamo: forse l’assessore Sgarlata vorrebbe smantellare la vigilanza? E perché? Le sembra che vigilare è perdere tempo prezioso?

“Assessore – sottolineano Cobas e Sadirs – il suo comportamento ci sembra poco rispettoso dei lavoratori e degli stessi cittadini a cui si vorrebbe fare credere che l’assessore ai Beni culturali sia un inerme spettatore. A fronte del suo stipendio (20 mila euro al mese lordi grazie al commissio dello Stato che l’anno passato non ha impugnato la legge oscena che ha equiparato gli assessori tecnici ai prlamentari regionali ndr), Lei ha il dovere morale di assumersi, proporzionalmente, le dovute responsabilità politiche”.

“Cobas/Codir e Sadirs – conclude la nota sindacale – sono pronte a fare la propria parte fino in fondo, non temendo di confrontarsi apertamente sui temi e assumendosi responsabilmente il ruolo a tutela dei diritti dei lavoratori e del buon andamento dei beni culturali in Sicilia”.


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