La nave Mare Jonio è bloccata a 13 miglia a sud di Lampedusa, il limite delle acque territoriali. L’imbarcazione della ong Mediterranea saving humans è stata soprannominata la nave dei bambini perché delle 99 persone salvate nel Mediterraneo centrale, mentre si trovavano alla deriva su un gommone che stava per affondare, 22 sono bambini. Alcuni talmente piccoli che i soccorritori li hanno definiti «naufraghi con il ciuccio in bocca». Inoltre, tra le 26 donne a bordo, otto sono incinte.
Dopo il decreto del ministro dell’Interno uscente Matteo Salvini notificato ieri sera alla nave a bordo della quale sono saliti due ufficiali della guardia di finanza, adesso fonti del Viminale rendono noto che «come sempre fatto in passato, potranno scendere donne, bambini e malati» ma che resta confermato il divieto di ingresso e sbarco «per una nave che non rispetta le leggi e che preordinatamente provoca lo stato di necessità a bordo per sbarcare in Italia».
La ministra della Difesa Elisabetta Trenta, nel frattempo, ha scritto un post su Facebook in cui spiega di avere «firmato il decreto sul divieto di sbarco perché tecnicamente, dal punto di vista militare, non vi erano ostacoli a ciò. Credo però – aggiunge – che il ministro dell’Interno non possa mai travalicare e azzerare il sacrosanto diritto di bambini, donne in gravidanza, ammalati o persone in difficoltà di essere soccorsi. Il soccorso a queste persone diventa diritto di ingresso perché a fianco del decreto Sicurezza sono vigenti, per fortuna, norme che lo impongono. Si tratta di principi sacrosanti che – conclude la ministra – fanno parte della nostra cultura intrisa della tutela umanitaria e della salvaguardia dei diritti dell’uomo».
Dall’ong intanto continuano ad arrivare richieste di assistenza per le condizioni delle persone a bordo. «Alle nostre reiterate richieste di porto sicuro fatte alle autorità della nostra bandiera, ancora nessuna risposta – fanno sapere da Mediterranea – Stiamo condividendo le informazioni su questa situazione con i nostri fratelli e sorelle a bordo: siamo tutti sulla stessa barca. Per noi il salvataggio si concluderà solo quando ognuno dei naufraghi sarà a terra, curato e assistito». A peggiorare la situazione, adesso arriva anche il maltempo.
«In questo momento, la situazione è critica: ci sono onde di oltre due metri che rendono la vita a bordo della Mare Jonio molto difficile. Molti naufraghi si sentono male. Per questo – dicono da Mediterranea – abbiamo chiesto alla capitaneria di porto l’autorizzazione a ripararci a ridosso dell’isola e restiamo in attesa di risposta». Intanto, 78 migranti sono sbarcati durante la notte a Lampedusa senza allarmi. Il gruppo è formato da siriani e originari del Bangladesh che hanno riferito di essere partiti lunedì dalla Libia. Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola che, negli ultimi giorni, sta già ospitando il doppio delle persone previste e dove, stando a quanto ha denunciato il primo cittadino Totò Martello «non è possibile prendere le impronte digitali dei migranti perché la macchina non funziona».
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