IL PARLAMENTARE REGIONALE E’ PIUTTOSTO PREPARATO, PARLA POCO E, DI SOLITO, COME SI DICE DALLE NOSTRE PARTI, ‘MPICCICA RURU’ (PER I NON SICILIANI: QUANDO COLPISCE FA MALE…).
Dopo aver fatto una Finanziaria pasticciata e inconcludente, bocciata anticipatamente e unanimamente da tutte le parti sociali e le categorie datoriali, il Governatore Crocetta, nel tentativo di occultare la sua incompetenza, nel suo intervento dAula e nelle dichiarazioni rilasciate ai giornalisti, ha perpetrato un tentativo maldestro di sobillare la popolazione contro chi ha il dovere, in ragione di un ruolo istituzionale, di verificare la legittimità costituzionale dellattività legislativa del Parlamento siciliano.
Lo ha dichiarato il Parlamentare di FI allArs, Marco Falcone, che ha aggiunto:
Con questo grave comportamento Crocetta ha anche dimostrato di ignorare che le gravi e persistenti violazioni di legge, come linfrazione dellart. 31 (in materia di ordine pubblico) dello Statuto siciliano può dare origine, ai sensi del V comma dellart. 8 dello stesso, alla procedura di rimozione dalla carica di Governatore.
Farebbe bene Crocetta – ha concluso Falcone – anziché frequentare salotti televisivi per preannunciare utopiche e illusorie riforme e poi nasconderne i costanti fallimenti addossandone la colpa a organi di rango costituzionale, a mettersi a lavorare seriamente per evitare clamorose gaffes che danneggiano lui e limmagine della Sicilia.
Sulle vicissitudini del Governo Crocetta intervengono anche i parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino.
Anche le argomentazioni rocambolesche possono dare la misura della difficoltà politica – dicono i due esponenti grillini -. Il Presidente Crocetta ha provato con la sua nota arguzia retorica ad attribuire i propri guai con la Finanziaria ad una carenza di tutela della Regione dovuta all’assenza dell’Alta Corte per la Regione Siciliana, prevista dallo Statuto”.
“In verità le competenze dell’Alta Corte – sottolineano Campanella e Bocchino – sono state assorbite dalla Corte Costituzionale, per cui la Regione si avvale del giudizio di un Organo terzo legittimamente titolato a vagliare l’impugnativa del Commissario dello Stato. Come già fatto in molte altre occasioni nel recente passato. Purtroppo, quindi le dichiarazioni del Presidente Crocetta lasciano il tempo che trovano. Sarebbe auspicabile un atteggiamento meno attento agli aspetti mediatici e più volto alla sostanza. Una virata politica nella amministrazione della Sicilia deve essere posta in essere. Adesso.
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