E’ arrivata la sentenza, emessa dai giudici della Corte d’Appello di Palermo a carico di Marcello Dell’Utri: l’ex senatore del Pdl è stato condannato a 7 anni di reclusione. “Speravo in un’altra sentenza, ma accetto il verdetto”, ha detto commentando il pronunciamento dei giudici.
Poi ha aggiunto: “Ci sarà la Cassazione. Ci stava l’assoluzione, ci stava anche la condanna”. La sentenza giunge a 17 anni dall’avvio delle indagini per mafia sull’ex senatore del Pdl, aperte nel 1994 dalla Procura della Repubblica di Palermo e sfociate nell’ottobre del 1996 nel rinvio a giudizio. Il primo processo si era concluso l’11 dicembre del 2004 con la condanna a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Quel verdetto era stato parzialmente corretto in secondo grado, quando la Corte di Appello aveva ridotto a sette anni la pena per Dell‘Utri, a fronte di una richiesta di 11 anni formulata dal procuratore generale Antonio Gatto. I giudici avevano ritenuto provati i rapporti tra Dell‘Utri e la mafia fino al 1992, mentre lo avevano assolto “perché il fatto non sussiste” per i fatti successivi.
La sentenza di appello era stata parzialemente annullata il 9 marzo 2012 dalla Cassazione che aveva disposto un nuovo giudizio. Che si è concluso oggi.
Che succederà, adesso? Rispetto al passato, la prescrizione non sembra lontana. Le accuse contestate all’ex parlamentare nazionale del Pdl si dovrebbero prescrivere nel novembre del prossimo anno.
I legali di Dell’Utri dovrebbero presentare ricorso in Cassazione. A questo punto, bisognerà vedere quanto impiegheranno i giudici della Suprema Corte ad esaminare il ricorso. Come già ricordato, la Cassazione si è già pronunciata una prima volta su questo processo. Ebbene, quella volta i giudici impiegarono un anno e nove mesi per pronunciare la sentenza. Se i tempi dovessero essere di nuovo questi i reati che contestano a Dell’Utri andrebbero in prescrizione.
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