Manovra bloccata all’Ars: la verità che emerge dai resoconti parlamentari di Sala d’Ercole

IL GOVERNO HA GRIDATO ALLO “SCANDALO”, PERCHE’ IL PROVVEDIMENTO E’ STATO RIMANDATO IN COMMISSIONE FINANZE. MA QUESTO LO PREVEDE IL REGOLAMENTO, VISTO CHE L’ASSESSORE AGNELLO HA RISCRITTO IL TESTO. MAGGIORANZA ASSENTE DALL’AULA. ANCHE CRACOLICI (PD) D’ACCORDO SUL RINVIO. SI SCOPRE, INOLTRE, CHE LA RISCRITTURA DEL GOVERNO E’ PRIVA DI COPERTURA FINANZIARIA E, QUINDI E’ INCOSTITUZIONALE

In queste ore si parla tanto del rinvio in Commissione Finanze dell’Ars del disegno di legge sulle variazioni di Bilancio. I parlamentari che appoggiano il Governo regionale di Rosario Crocetta (che in buona parte non erano in Aula nel momento in cui è stata votata la richiesta di invio in Commissione del disegno di legge) dicono che si è trattato di un gravissimo errore, perché 30 mila siciliani sarebbero rimasti senza soldi.

Ma come stanno, in realtà, le cose? Per capire non soltanto come stanno le cose, ma anche come sono andate le cose a Sala d’Ercole abbiamo deciso di pubblicare il resoconto parlamentare. Così i nostri lettori avranno modo di farsi un’idea chiara di questa vicenda che, forse – soprattutto da parte di chi sostiene il Governo – non è stata raccontata per filo e per segno.

Cominciamo col dire che l’assessore regionale all’Economia, Maurizio Agnello, si è presentato in Aula annunciando di aver riscritto il testo del disegno di legge.

Quando un disegno di legge viene riscritto dal Governo, è prassi che debba essere rinviato alla Commissione legislativa di merito e poi alla Commissione Bilancio e Finanze per la copertura finanziaria. Trattandosi di un provvedimento finanziario, questo torna in Commissione Finanze.

Se ne deduce che le lamentele del presidente della Regione e dei parlamentari di area governativa non hanno motivo di esserci. Anzi, avrebbe dovuto essere lo stesso Governo ha inviare il testo del disegno di legge in Commissione Finanze, senza bisogno del voto d’Aula.

Vediamo, adesso, come si è sviluppato il dibattito in Aula.

Appena appreso che il Governo aveva riscritto il testo del disegno di legge, il vice presidente della Commissione Bilancio e Finanze, Vincenzo Vinciullo, ha detto quanto segue:

“Onorevoli colleghi, assessore, a me preoccupa moltissimo quello che dice l’assessore. L’assessore parla di riscrittura, parla di presentazione di emendamenti che stravolgono quella che è stata la decisione presa dalla Commissione. Pertanto, ritengo che il provvedimento debba comunque ritornare in Commissione, deve essere riesaminato dalla Commissione che deve dare un parere di merito su quella che è una riscrittura, come l’ha definita l’assessore del testo. E questo per quanto riguarda il problema di ordine tecnico, gravissimo”.

“Invece, dal punto di vista politico – ha aggiunto Vinciullo – è forse più grave quello che dice l’assessore. E’ venuto qui a fare una lezione a questa Assemblea, come se i ritardi nell’approvazione della manovra dipendessero dall’Assemblea, e dipendessero dalla Commissione Bilancio, ma non è assolutamente vero! L’Assemblea è stata sempre pronta e disponibile ad approvare il disegno di legge, la Commissione ha lavorato anche di notte per esitare il testo quando il Governo ha portato l’ultimo. Mi pare però di capire che l’ultimo non era quello che aveva approvato la Commissione, perché questa mattina ce n’è un ulteriore ultimo. Una vicenda surreale, una vicenda kafkiana, una vicenda impossibile da sopportare per un Parlamento che da giorni attende che il Governo venga in Aula ad approvare e a risolvere questi problemi”.

Vinciullo, insomma, fa presente un fatto oggettivo: e cioè che, nelle scorse settimane è stato il Governo a perdere tempo, per via delle nomine dei manager della sanità (peraltro ancora in aria) e per via del rimpasto della Giunta. Ne consegue che le lamentele del presidente della Regione, Rosario Crocetta, sulla “lentezza” dei lavori di Sala d’Ercole sono destituite di fondamento.

Ad essere stato “lento” è il Governo, che ha impiegato oltre due mesi per nominare i direttori generali della sanità e per ‘pilotare’ il rimpasto della Giunta.

“Vedete, fino ad oggi io ho aspettato in maniera paziente, perché era a rischio lo stipendio dei lavoratori – ha aggiunto Vinciullo – perché c’era la possibilità di non confermare i forestali, perché non c’era la possibilità di annaffiare i campi perché non venivano stanziate le somme per i consorzi di bonifica. Ma assessore, lei pensa che la responsabilità è nostra, o è vostra che state cambiando in continuazione la copertura?”.

Il tema è quello dei 100 milioni di euro per Comuni e forestali che mancano. In un primo momento il Governo pensare di contrarre un mutuo. Quando ha capito che il terzo muto da 100 milioni di euro sarebbe stato impugnato dall’Ufficio del Commissario dello Stato, Crocetta e Agnello hanno cambiato strategia. Cercando un’altra copertura finanziaria.

“Perché pensa di addebitare a questa Assemblea – ha detto Vinciullo, rivolgendosi all’assessore Agnello – le responsabilità che sono solo ed esclusivamente di un Governo totalmente assente? Io mi rendo conto che lei, per la prima volta, ha partecipato alla riunione della Commissione Bilancio, ma le è sembrato corretto che dei suoi colleghi, nessuno fosse presente; le è sembrato corretto che la Commissione ha dovuto richiamare i Direttori generali perché la riforma veniva fatta senza la presenza di coloro i quali dovevano garantire sull’esistenza delle somme e sull’esistenza dei bisogni”.

Così apprendiamo anche che i dirigenti generali – supponiamo dei dipartimenti regionali che si occupano dei Comuni e dei forestali non erano nemmeno presenti ai lavori della Commissione Finanze!

“La prossima volta – ha detto Vinciullo all’assessore Agnello – cerchi di utilizzare un linguaggio più appropriato, cerchi di ricordare che ieri noi siamo stati qui in Aula, puntuali a mezzogiorno, e voi non vi siete presentati; che ieri pomeriggio noi siamo stati puntuali, nuovamente qui alle 15.30, e il Governo non si è presentato. Stamattina vi ripresentate con una riscrittura totale del testo, che dà una copertura diversa rispetto a quella, diciamo, votata dalla Commissione Bilancio, perché mi pare di capire che non si fa più il mutuo, ma sono altre le fonti a cui si ricorre, su cui ho molti dubbi e su cui ho molte incertezze…”.

“Veda, assessore, lei parla di senso di responsabilità, che vi state dando da fare per risolvere i problemi dei siciliani, ma ieri anziché al comizio di Renzi potevate ritornare in Aula, e approvare la manovra, anziché stare in giro nei vari collegi elettorali a vendere ciò che non è vostro, perché frutti dei lavori della Commissione, potevate venire in Aula a votare la manovra. Non è il Parlamento che si è sottratto dalla discussione, non è l’opposizione che si è sottratta al confronto, siete stati voi che vi siete sottratti e non avete fatto approvare la manovra”.

In questo passaggio c’è un chiaro riferimento al comizio di Renzi, mercoledì scorso, quando i parlamentari che appoggiano il Governo hanno fatto sospendere i lavori di Sala d’Ercole. Tra le proteste delle opposizioni.

La parola passa poi all’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars. Che motiva la richiesta di invio in Commissione Finanze del disegno di legge per una doppia questione: di metodo e di merito.

“Noi abbiamo fatto questa manovra, questa manovrina, soltanto per pagare gli stipendi – ha detto Falcone -. Ad un certo punto, quando siamo intervenuti, abbiamo detto che eravamo assolutamente disponibili affinché non si faccia un’opposizione che può essere anche ostruzionistica nei confronti di una volontà del Governo, alla vigilia della campagna elettorale, di porre in essere un provvedimento di questa portata. Tutto questo, però, alla condizione che si pagassero soltanto gli stipendi e che non transitassero nel provvedimento altre norme. Anche l’impegno della maggioranza, mi era sembrato di capire, era quello di epurare, di depurare questo testo di tutte quelle parti su cui ci potevano essere delle perplessità”.

“Al di là del fatto che questo non è stato realizzato, oggi, leggendo la riscrittura dell’articolo 14 – ha aggiunt Falcone – mi rendo conto che il testo, così com’è, non si può approvare, non tanto nel metodo, presidente Vinciullo, ma nel merito. Noi abbiamo sostituito il mutuo di 100 milioni di euro, perché non avevamo la copertura, con altri 100 milioni di euro che erano il risparmio della sanità. Ma chi lo certifica questo risparmio della sanità? Come si fa a certificare 100 milioni di euro di risparmio della sanità sul 2013, quando ancora non abbiamo una certificazione del tavolo tecnico?”.

Così scopriamo che la copertura finanziaria approntata dall’assessore Agnello, fa riferimento a soldi che al momento non ci sono e che dovrebbero comparire quando il tavolo tecnico sulla sanità libererà tali somme. Si tratta di una palese violazione costituzionale, perché il provvedimento così presentato è privo di copertura finanziaria e verrebbe impugnato.

A questo punto interviene l’onorevole Antonello Cracolici, del PD.

Antonello Cracolici (foto tratta da Wikipedia)

 

“Signor Presidente, onorevoli colleghi – ha detto Cracolici – non volevo parlare sul rinvio, ma poi l’onorevole Vinciullo ha fatto la proposta, volevo semplicemente porre una questione che non c’entra con ostruzionismo e politica, ma stiamo parlando di un fatto legato all’emendamento. Abbiamo fatto una manovra che aveva l’obiettivo di pagare gli stipendi fino a giugno e di garantire, attraverso il mutuo, un ulteriore finanziamento ai lavoratori forestali e 80 milioni di euro ai Comuni per fare i bilanci quasi alle stesse risorse dell’anno scorso. Questo era il senso per cui abbiamo acceduto all’idea di autorizzare un mutuo, consentitemi di dire col sottoscritto che ha posto qualche problema in Commissione. Ma lasciamo stare chi ha ragione e chi ha torto. La proposta che qui viene fatta, e non può che essere così, è quella di sostituire i 100 milioni di euro del mutuo con i 100 milioni provenienti dal risparmio del minor disavanzo sanitario. Questo minor disavanzo sanitario potrà essere accertato dal tavolo tecnico, tant’è che autorizza il Ragioniere a fare poi le variazioni”.

“Quindi dobbiamo sapere una cosa sul piano tecnico – ha aggiunto Cracolici – dobbiamo sapere, e deve saperlo l’Aula, che non possiamo iscrivere come uscita i 20 milioni per i forestali e gli 80 milioni per i Comuni. Quindi né i Comuni potranno mettersi in entrata nei loro bilanci questi 80 milioni, né quei 20 milioni potranno essere autorizzati per fare attività, seppur di investimento, da parte dell’Azienda forestale, perché potranno essere iscritti nel bilancio, come giustamente viene qui scritto nell’emendamento, solo dopo che sarà fatto il tavolo tecnico a luglio”.

Cracolici, giustamente, fa notare che la copertura finanziaria si materializzerà a luglio e non ora!

“Allora, la domanda è questa – ha precisato il parlamentare del PD – Presidente, per essere brutale: se tutto ciò dovrà avvenire a luglio, perché ci stiamo preoccupando di fare una cosa che succederà a luglio in nome del fatto che dovremo garantire gli stipendi fino a giugno? Trovo quantomeno surreale questo modo di procedere. Continuo a pensare, l’ho detto anche informalmente all’assessore e l’ho detto in Aula la volta scorsa, che l’assessore si sta legando le mani. Questa manovra, così congegnata, non aiuterà la Regione, ma renderà più complicato il percorso di fare una variazione generale. Allora, se dobbiamo garantire gli stipendi fino a giugno così come abbiamo convenuto, una cosa è certa: ai Comuni non potremo che dare da luglio in poi questi 80 milioni. Ripeto, allora perché ci dobbiamo impiccare ora – perché questo stiamo facendo – con una manovra con cui disponiamo ciò che faremo a luglio. Vorrei suggerire un approfondimento ed ecco perché accolgo l’opportunità di avere un luogo dove discutere, che sia la Commissione, che sia il bar, decidiamo quale ma un approfondimento sia tecnico che politico ritengo vada fatto, e per politico intendendo la politica di contabilità, non la politica dei partiti. Così come stiamo operando non stiamo dando un euro a nessuno, né ai forestali, né ai Comuni e ci stiamo impiccando con le nostre stesse mani a quello che dovrà succedere da luglio in poi. Ecco perché se è necessario il rinvio in Commissione, voterò favorevolmente ma con questa motivazione, per aiutare a trovare la soluzione e non per fare ostruzionismo”.

Insomma, Cracolici – che pure fa parte della maggioranza – si è detto d’accordo per rinviare in Commissione il disegno di legge.

Poi prende la parola l’onorevole Michele Cimino altro deputato che appoggia il Governo.

“Signor Presidente – ha detto Cimino – non condivido la prima parte dell’intervento dell’onorevole Cracolici, mentre ne apprezzo la seconda sul quadro generale, così come ho detto all’inizio dei lavori di questa sessione, nel mio intervento ripreso anche gentilmente dall’onorevole La Rocca. Signor Presidente, ritengo che rimandare questo disegno di legge in Commissione Bilancio significhi voler, di fatto, affossare questa manovra correttiva, creando una notevole difficoltà rispetto a tutte quelle situazioni di pagamento di stipendi che, in questo mese, stanno attenzionando e stanno aspettando risposte dall’Assemblea regionale. Apprezzo quanto detto da alcuni colleghi, cioè che è bene fare in modo di togliere tutte quelle iniziative che sono state inserite in Commissione e che non sono attinenti all’emergenza occupazionale del momento, perché è bene che vengano trattate in un contesto generale che possa dare all’assessore anche la possibilità di avere un quadro completo sulla programmazione dei Fondi comunitari e, soprattutto, consiglio di poter fare anche in modo di controllare e verificare tutte le risorse che sono appostate negli Accordi di programma-quadro anche del 2000-2001 che ancora oggi non sono state spese e che non hanno dato risposte ai territori. Riconosco che, in questo emendamento che l’assessore ha chiaramente spiegato, e che condivido, vi è anche una parte che è notevolmente interessante che vede di fatto anche le notizie di ieri sull’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto della Regione siciliana. Nel comma 5, infatti, vi è inserita la possibilità di accelerare l’utilizzo per riuscire ad introitare la tassa automobilistica in Sicilia e creare, quindi, un processo virtuoso anche per dare notevole copertura alle iniziative che sono in corso”.

“Oggi, secondo me – ha aggiunto Cimino – l’Aula deve intendere che il percorso che il Governo deve dare non è un percorso di una quasi Finanziaria, ma deve essere una manovra correttiva di emergenza per salvaguardare livelli occupazionali e poter pagare gli stipendi. Punto. Stralciare tutto ciò che, invece, è, di fatto, materia attinente al lavoro della Commissione Bilancio per una Finanziaria che deve essere globale e che a 360 gradi fa i conti con l’Amministrazione sia per i Fondi regionali sia per gli Accordi di programma sia per i Fondi europei”.

A questo punto, si vota. I deputati favorevoli al rinvio in Commissione sono 25; i contrari sono 17.

Il Governo Crocetta, che si batteva per non rinviare il testo in Commissione è andato in minoranza. I parlamentari che dovrebbero sostenerlo non erano in Aula. Anche questa è una constatazione oggettiva.

Tra 15 giorni il disegno di legge verrà iscritto di nuovo all’ordine del giorno dei lavoro di Sala d’Ercole, come prevede il regolamento.

I richiami a “sedute straordinarie” sono impropri. E sconvenienti sono le eventuali convocazioni della Commissione Finanze la prossima settimana, a qualche giorno dal voto per le elezioni europee.

 

Redazione

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