Botta e risposta a distanza tra Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune a Sala della Lapidi, e quello del Partito Democratico Dario Chinnici dopo la manifestazione di sabato contro il raid di Macerata. A scatenare la polemica, un post pubblicato su Facebook da Catania che ha per oggetto la partecipazione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando alla sit-in antifascista che si è svolto sabato anche Palermo, e ha visto altre iniziative simili nel resto del Paese. «Ho apprezzato molto la partecipazione del sindaco alla manifestazione antifascista e antirazzista che si è svolta ieri a Palermo – scrive su Facebook – Un segnale forte che dimostra, ancora una volta, l’impegno della città contro tutte le forme di fascismo e ogni forma di discriminazione. La scelta di Orlando è importante perché si pone in antitesi rispetto alle posizioni espresse dal suo partito, che ha scelto di boicottare le manifestazioni antifasciste svolte a Macerata e in tutta Italia. È l’ennesima dimostrazione che la cultura politica Orlando è incompatibile con l’impianto revisionista e securitario del Partito Democratico».
Il riferimento è alle polemiche scaturite dalla decisione dei dem di non aderire alla manifestazione – giustificando tale scelta per evitare ulteriori tensioni e annunciando la partecipazione all’iniziativa nazionale prevista per il 18 febbraio – che hanno prodotto, tuttavia, ulteriori spaccature e imbarazzi a sinistra. Accuse, però, rispedite al mittente da Chinnici che in nota ha rimarcato l’impegno del Pd contro qualunque forma di intolleranza. «Sulla lotta all’odio e al neofascismo il Partito democratico c’è e c’è sempre stato. Chi parla di revisionismo o afferma che il nostro partito sia incompatibile con i valori antifascisti, che sono il cardine della nostra Costituzione, è un irresponsabile – scrive sul proprio profilo social – Il Pd è stato colpito dall’attentato fascista di Macerata. Giovedì prossimo il segretario nazionale Matteo Renzi sarà a Sant’Anna di Stazzema, insieme ai nostri ministri e tutta la squadra Pd, per firmare l’anagrafe antifascista: un gesto che ha un grande valore politico, civile e simbolico. Non comprendiamo questi attacchi o, meglio, li consideriamo per come si dimostrano: il tentativo da parte di alcuni di uscire da un fase di isolamento politico. Sono convinto però che sia stato scelto il bersaglio sbagliato: il Pd è e sarà sempre in prima linea per combattere tutte le forme di intolleranza e odio».
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