Incredulità, rabbia e delusione. L’inchiesta che vede coinvolto Pino Maniaci ha un significato che va oltre il valore giudiziario di un’indagine per un’estorsione di poche centinaia di euro. In ballo c’è la credibilità di un’icona dell’antimafia. La caduta di un modello che ha sconvolto l’opinione pubblica che non ha perso tempo a dividersi tra garantisti e quanti hanno già espresso una loro personale sentenza di condanna nei confronti del direttore di Telejato. Un colpo che ha stravolto anzitutto Partinico. Il piccolo centro del Palermitano ha avuto un risveglio traumatico, con il suo cittadino più rappresentativo invischiato in una brutta vicenda che vede tra i protagonisti anche il sindaco e una donna. L’amica – forse amante – del giornalista, una trentenne per cui Maniaci avrebbe esercitato pressioni tali nei confronti del primo cittadino da guadagnarsi un’accusa di estorsione.
Una donna sposata, con figli piccoli, che avrebbe vissuto una situazione di disagio economico. Lo stesso Maniaci le avrebbe spesso dato dei soldi: un aiuto economico che si sarebbe, poi, trasformato in affetto, tanto che lei avrebbe messo in discussione il proprio rapporto con il marito. E proprio la crisi del matrimonio avrebbe portato l’uomo all’atto intimidatorio dell’uccisione dei cani del giornalista. Gesto, come emerso dalle intercettazioni, fatto passare come un minaccioso avvertimento mafioso. La trentenne, come molti, ha una vera e propria ammirazione per Maniaci. Nelle registrazioni dei carabinieri ne esalta più volte il potere raggiunto grazie alla sua attività e il direttore di Telejato, nelle frasi intercettate, non si tira indietro. «Un delirio d’onnipotenza», ammettono alcuni amici. Per i magistrati avrebbe fatto di più, intercedendo per la ragazza con il sindaco.
Al netto dei «Io niente ne so», pronunciati da diversi cittadini, in paese la sensazione più diffusa sembra l’incredulità. «Credo che Maniaci abbia fatto quello che ha fatto – commenta Piero – per aiutare questa donna, una persona con una vita non facile». A fargli eco è Sabrina, che non crede alle accuse. «Per me si è messa in moto la macchina del fango – dice – ucciderlo sarebbe troppo pericoloso e allora gli si toglie credibilità». E tra i cittadini c’è anche chi se la prende con la procura di Palermo, titolare dell’indagine. «Mi vergogno pure io per loro. Sentire che sapeva che la morte dei suoi cani fosse un fatto strettamente personale da attribuire a se stesso mi lacera il cuore» dice Bruno. E come lui la pensa Cinzia: «In questi anni non l’ho visto arricchirsi con i soldi delle estorsioni – sostiene – Al contrario delle persone che lui ha attaccato, tipo Saguto. Vedremo se sarà condannato. Io non ci credo, voglio vedere alla fine se ha colpe o se hanno voluto fermarlo». Ma non mancano le voci contrarie, come Tommaso, che dice: «Finalmente tutta Italia sa chi è il per niente educato e tanto meno giornalista Pino Maniaci. Adesso chi lo vantava sarà costretto a chiedere scusa a molte persone».
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