«Aspettando che il fabbro la prossima settimana venga a montare i nuovi infissi e la Ksm installi il sistema di video sorveglianza, questa mattina nuova sorpresa…» Che però non porta con sé nulla di buono, come già successo in passato. Continuano a capitare disavventure, infatti, nel mandarineto di via Funnuta a Ciaculli, dove l’associazione Acunamatata, titolare del progetto MandarInArte, gestisce un ex bene della mafia insieme alla cooperativa Solidaria. A dicembre alcune famiglie indigenti con figli piccoli al seguito avevano occupato abusivamente la sede, salvo poi essere sgomberati in maniera coatta un mese dopo.
Al rientro nella struttura, però, solo tanta amarezza nello scoprirla vuota e devastata. Ma il peggio si raggiunge quando Romolo Resga, presidente dell’associazione, viene denunciato per minacce proprio dalle famiglie che mesi prima avevano fatto irruzione nell’immobile, non ricambiando la gentilezza dimostrata dai volontari che, malgrado l’occupazione e i successivi danni, avevano comunque deciso di mantenere attaccate luce e acqua. C’è voluta tanta fatica e solidarietà per ripartire, ma i ladri non sembrano voler concedere alcuna tregua.
«L’ultima visita ci costa cinquemila euro tra condizionatori, porta d’ingresso e lavello in acciaio», racconta Filippo Calcavecchia, volontario di Acuna Matata. È lui che ieri mattina ha scoperto l’ennesima brutta sorpresa arrivando in sede, e hai poi denunciato l’accaduto. L’intrusione è avvenuta probabilmente in un arco di tempo che va dalla mattina del 3 luglio a ieri. Un danno non coperto da assicurazione e che si aggiunge a quelli dei mesi precedenti. Danneggiata la porta d’ingresso del primo piano, dalla quale sono entrati portando via i due climatizzatori installati nelle pareti. Forzato anche il piano terreno: anche qui stesso copione, lucchetto del portone distrutto e terzo climatizzatore sparito.
«Domani vado a sollecitare il fabbro – continua Filippo – Noi comunque restiamo ottimisti, la prossima settimana cominciamo i lavori di messa in sicurezza». Già ad aprile, intanto, il terreno era stato nuovamente concimato e gli alberi erano stati potati. Mentre a febbraio il Comune aveva finalmente dato il via alle procedure per firmare il Cat, che avrebbe dato all’associazione la possibilità di avere accesso a una serie di fondi che saranno destinati all’acquisto delle nuove attrezzature necessarie per curare il mandarineto e rimetterlo in attivo.
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