Si è costituito nel carcere Pagliarelli, a Palermo, Fabio D’Atria, 25 anni: era sfuggito agli arresti lo scorso 23 maggio nell’operazione Maqueda che portò in carcere nove persone accusate di far parte, a vario titolo, di un gruppo che teneva sotto controllo una parte del quartiere Ballarò, autori di reati aggravati dal metodo mafioso e dalla discriminazione razziale. Gli arrestati sono considerati vicini alle famiglie mafiose di Palermo Centro.
L’operazione aveva permesso di sgominare un pericoloso gruppo armato che per lungo tempo si era imposto sul territorio del centro storico di Palermo, terrorizzando i commercianti stranieri. I reati contestati: tentato omicidio, estorsione, incendio, rapina, violenza privata e lesioni personali, tutti perpetrati ai danni di commercianti extracomunitari prevalentemente del Bangladesh
Il provvedimento era stato firmato dal gip Nicola Aiello. Le indagini della Squadra mobile avevano avuto un decisivo impulso dopo il fermo di Emanuele Rubino per il tentato omicidio del gambiano Yusupha Susso. Un’aggressione che aveva provocato una reazione a catena tra i commercianti, che hanno rotto il muro di omertà che andava avanti da anni e a denunciare le tante violenze subite agli investigatori.
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