Un’azienda agricola, attiva anche nel settore della ristorazione, e il relativo terreno, per un valore complessivo di circa 60mila euro, sono stati sequestrati dai militari della guardia di finanza di Catania, su disposizione della sezione misure di prevenzione del tribunale etneo, al boss Giovanni Pappalardo, 47 anni, di Palagonia. Le indagini hanno accertato che i beni erano stati intestati ai suoi familiari, tutti residenti a Palagonia, già destinatari, a ottobre 2020, di un provvedimento di sequestro relativo a terreni, una villa e conti correnti per circa 270mila euro.
Nella nuova indagine è emersa la
pericolosità sociale di Pappalardo, organico alla famiglia di Caltagirone di Cosa nostra. Pappalardo, dopo essere finito nei guai nell’operazione Kronos, è stato condannato, nel 2018, a 13 anni e 6 mesi di reclusione, ha partecipato ad almeno quattro summit tra esponenti di punta delle famiglie catanesi e calatine nell’ambito dei quali venne discussa la nomina del rappresentante provinciale e la ripartizione dei proventi delle estorsioni.
Le indagini,
estese a moglie e figlie, hanno evidenziato la presenza di ulteriori particelle di terreno – acquisite nel tempo da Pappalardo – e di una ditta individuale, formalmente intestata alla consorte.
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