Sequestro da 300mila euro nei confronti del 52enne Massimo Calafiore. L’uomo è ritenuto legato al gruppo criminale attivo a Solarino, nel Siracusano. A eseguire la misura di prevenzione è stata la guardia di finanza. I sigilli sono stati posti su un’autovettura di grossa cilinadrata, rapporti bancari e finanziari.
Calafiore è ritenuto un soggetto socialmente pericoloso. In estate è finito al centro di un’inchiesta della procura su un giro di droga, estorsioni e usura. Calafiore, secondo i magistrati, sarebbe stato investito del ruolo di reggente dal boss Antonio Aparo, capomafia dell’omonimo clan.
Il curriculum criminale affonda le radici nel secolo scorso. Nel 1998, Calafiore fu condannato a due anni per associazione mafiosa in quanto ritenuto legato, sicuramente dal ’88 al ’96, al clan all’epoca diretto da Sebastiano Nardo e Antonio Aparo. Nel 2003, una nuova condanna a nove anni e mezzo per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Dagli accertamenti patrimoniali è emersa una netta sperequazione tra i redditi dichiarati e il tenoro di vita condotta, nel periodo che va dal 2000 al 2018.
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