E’ passato un anno dal loro arresto, avvenuto l’8 maggio del 2012. Oggi Alfio Tancona, 53 anni, e il fratello più piccolo Salvatore, 47 anni, ritenuti elementi di spicco del clan Cintorino di Calatabiano, subiscono un sequestro da un milione e mezzo di euro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catania. Sono stati messi i sigilli a un immobile abusivo su un terreno a Fiumefreddo, tre attività commerciali – un negozio di generi alimentari, un bar-tabacchi e una ricevitoria del lotto – tra Fiumefreddo e Taormina; una società per la gestione di esercizi pubblici, sempre a Fiumefreddo. Sequestrati anche dieci veicoli, tra cui un autocarro ed un furgone, e vari conti correnti bancari e postali. Le indagini hanno evidenziato una sostanziale differenza tra i redditi denunciati e il patrimonio reale, tale da far supporre la provenienza illecita dei beni.
I fratelli Tancona sono in carcere dal maggio scorso, quando le forze dell’ordine cominciarono a smantellare il gruppo mafioso che controllava la zona ionica, tra Calatabiano e Giarre. Successivamente è stata l’indagine Nuova Ionia a svelare il ruolo dei fratelli Tancona nella gestione dei rifiuti nel comprensorio. Entrambi avrebbero fatto parte, insieme a Roberto Russo, del direttorio del potente clan Cintorino, affiliato ai Cursoti, con i cui vertici tenevano rapporti diretti. In particolare con Giuseppe Garozzo, detto Pippu u maritatu, e con il cognato di questultimo, Nicola Lo Faro, ucciso a Catania nel maggio del 2009. A seguito dell’indagine Nuova Ionia, il più piccolo del fratelli Tancona, Salvatore, commerciante di Fiumefreddo, è accusato di associazione mafiosa, detenzione illecita di armi da fuoco e traffico illecito di sostanze stupefacenti. Questultimo reato era stato l’unico contestato anche al fratello più grande, Alfio.
Ma oggi scattano i sigilli ai beni dei due e dei loro rispettivi figli maschi, i cugini omonimi Carmelo Tancona, pure loro arrestati nel gennaio scorso.
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