Dopo quindici giorni dietro le sbarre Mario Montagno Bozzone torna libero e potrà fare rientro a Bronte. A stabilirlo sono stati i giudici del tribunale del Riesame, accogliendo la richiesta dei suoi legali: gli avvocati Alfio e Angelo Pennisi. L’ordinanza annulla, di fatto, la custodia cautelare in carcere a cui l’uomo era stato sottoposto su istanza della procura generale. Bozzone era stato accompagnato in prigione dopo una condanna a 22 anni, arrivata nel processo d’Appello in cui è stato imputato insieme al fratello Francesco, storico capo mafia della terra del pistacchio legato al clan mafioso dei Carcagnusi di Nuccio Mazzei.
Al centro della vicenda giudiziaria l’uccisione del pastore Giuseppe Gullotti. Rimasto coinvolto in un agguato di mafia nel 2002 e morto quattro anni dopo a causa delle complicazioni. Dietro l’omicidio, secondo magistrati e accusa, ci sarebbe stata la mano della famiglia Montagno Bozzone. La pena più severa, l’ergastolo, è toccata a Francesco, individuato come componente del gruppo di fuoco. Il fratello, scarcerato oggi, si sarebbe occupato di capire i movimenti della vittima per coglierne le abitudini e individuare il momento propizio per l’agguato. Tra le motivazioni della custodia cautelare il pericolo concreto di fuga e il possibile supporto del clan locale.
«L’imputato – scrivono i legali in una nota – non ha mai posto in essere condotte tali da fare ritenere la sua intenzione di sottrarsi alle conseguenze giudiziarie relative alla condanna riportata. Lo stesso – concludono – non ha dato prova di contiguità con alcuna organizzazione malavitosa operante a Bronte».
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