Traffico di droga, estorsioni e minacce con armi in pugno. Angelo Monaco, poco dopo essere uscito dalla galera, aveva deciso di partire dal punto in cui aveva interrotto, ponendosi alla guida di un gruppo criminale. Oggi per l’uomo, 63 anni, sono scattate nuovamente le manette. Monaco è stato arrestato insieme ad altre sette persone (altre due sono ricercate) nell’ambito dell’inchiesta Vecchia maniera, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania. Le misure cautelari sono state eseguite dagli agenti delle squadre mobili di Siracusa, Messina, Milano e Novara.
Il lavoro degli inquirenti ha fatto luce su una serie di affari illeciti che sarebbero stati compiuti avvalendosi dell’appartenenza al clan mafioso guidato da Antonio Trigila, detto Pinnintula. Monaco avrebbe sfruttato la vicinanza al boss per affermarsi capo del gruppo e indicare la direzione da prendere. A finire nell’inchiesta è stato così il flusso di sostanze stupefacenti che avrebbe interessato il Siracusano e in particolare Noto. Tra febbraio e maggio 2017, le forze dell’ordine hanno bloccato in due occasioni carichi di droga: nella prima circostanza un chilo di cocaina proveniente da Villa San Giovanni e trasportato dal figlio della compagna di Monaco, Elisabetta Di Mari, anche lei arrestata; nel secondo caso, invece, si è trattato di oltre 70 chili di marijuana trasportati dallo stesso Monaco e da Pietro Crescimone, 56enne originario di Lucca Sicula, in provincia di Agrigento.
Le mani del gruppo criminale non avrebbero risparmiato anche l’appalto per realizzare lo svincolo di Noto sulla Siracusa-Gella. Gli inquirenti hanno ricostruito che Monaco avrebbe prima fatto alcune visite al cantiere e poi, davanti al rifiuti dei responsabili dell’azienda, avrebbe detto: «Sono venuto tre volte, non vengo più». Poco dopo l’uomo, insieme ad Antonino Rubbino e Giuseppe Lao, avrebbe esploso colpi di pistola verso i mezzi parchegigiati di notte nel cantiere. Per poi successivamente tentare di incendiarli.
In un’altra circostanza l’approccio estorsivo avrebbe avuto come destinataria un’azienda agricola di Rosolini a cui il gruppo, con la partecipazione della moglie di Trigila, Nunziatina Bianca, avrebbe imposto l’acquisto di pedane di legno prodotte da una fabbrica gestita dal genere di Pinnintula.
I nomi degli arrestati:
ALIANI Hamid, nato in Marocco il 19.10.1963
BIANCA Nunziatina, nata a Noto il 10.10.1957
CRESCIMONE Pietro, nato a Lucca Sicula (AG) il 19.01.1962
DI MARI Elisabetta, nata a Siracusa il 06.08.1964
LAO Giuseppe, nato a Rosolini (SR) il 14.02.1971
LEMAIFI Said, nato in Marocco il 01.01.1968 (espulso dal territorio dello Stato il 4 dicembre)
MONACO Angelo, nato a Rosolini (SR) il 26.01.1955
RUBBINO Antonino, nato a Rosolini (SR) il 25.03.1968
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