Mafia e scommesse, la rete di Massimiliano Salvo Per la cosca Cappello ricavi da un milione al mese

La figura al centro del dipinto ha ancora una volta le sue fattezze: quelle di Salvatore Massimiliano Salvo, 36 anni, noto anche con il soprannome di ‘u carruzzeri. Dal monitoraggio dei magistrati etnei sulle attività del leader del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi sarebbe emersa, nel corso dei mesi, la strategia per infiltrare fino alla radice il mondo delle scommesse sportive e del gaming on line, non soltanto sul versante orientale dell’Isola. Sul quale, tra l’altro, la procura si concentra per la seconda volta nel corso di poche settimane, dopo l’operazione Revolution bet

Stavolta, però, il focus delle indagini è puntato completamente sui Cappello. «In termini di penetrazione nell’economia legale – spiega il capo della Mobile Antonio Salvago – non ci sono più differenze tra le cosche affiliate a Cosa nostra (i Santapaola-Ercolano, ndr) e quelle non affiliate (per l’appunto, i Cappello-Bonaccorsi, ndr)». Una circostanza confermata anche dai numeri, a partire dal dato monstre dei ricavi prodotti dal presunto sistema illecito: un milione di euro al mese. Per dare corpo all’inchiesta Gaming off line, nella serata di sabato scorso, la polizia su delega della direzione distrettuale antimafia etnea ha arrestato 28 persone, 25 delle quali vanno ai domiciliari. Uno di loro è latitante. Altri sette sono stati ammanettati nel Siracusano. Sugli ingressi di 20 agenzie di scommesse, disseminate nel Catanese, nella Sicilia orientale oltre che a Gela e Ribera, sono stati apposti i sigilli.

Le indagini si sono svolte tra aprile 2016 e marzo 2017. La procura lo definisce «progetto di espansione dei Cappello nel settore delle scommesse on line». Che si sarebbe mosso in due direzioni parallele: la ricerca di locali nelle province di Ragusa e Siracusa per aprire sale scommesse con il marchio PlanetWin365 (da un anno ha una nuova proprietà che è estranea all’indagine ndr) e la vendita del software (operativo su dominio .com, illegale in Italia) la cui installazione permetterebbe di avviare giochi illegali accanto a quelli permessi dalla legge. Una copertura legale per un sistema al di fuori dal perimetro delle regole. Ideato, secondo i pm, dall’imprenditore aretuseo Fabio Lanzafame, che collabora con la giustizia dal gennaio del 2018. Il suo ruolo non sarebbe stato soltanto quello di garantire l’infiltrazione nel settore, ma anche quello di «schermare» la rete per rendere complicati i controlli delle forze dell’ordine

Secondo gli investigatori, gli interessi economici dei Cappello erano curati a Catania da Giovanni Orazio Castiglia, già detenuto, cugino 34enne di Salvo, e dai pachinesi Salvatore Bosco e Antonino Iacono nel Siracusano. I magistrati definiscono i tre «organizzatori e direttori dell’associazione a delinquere». Gli incontri con Salvo sono documentati dai video della polizia. Al di là delle accuse di mafia in capo ad alcuni, per gli indagati le ipotesi di reato – a vario titolo – sono esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, truffa aggravata ai danni dello Stato, riciclaggio e auto riciclaggio, intestazione fittizia di beni, raccolta abusiva di scommesse su eventi sportivi e gioco d’azzardo. La «rete» operava su siti con estensione .com come Futurebet, Futurebet2021, Future2bet2021, Betworld365 e Betcom29, che girano su server localizzati a Malta, in Austria e in Inghilterra. 

Un ulteriore aspetto descritto dai magistrati è il metodo «dell’affiancamento», che in passato sarebbe stato utilizzato da Massimiliano Salvo anche per quel che riguarda il mondo dei rifiuti. Per lo meno sulla base degli esiti delle inchieste Penelope e Gorgoni. Sulla scorta di quella che viene definita una «evoluzione criminale», l’imprenditore di turno verrebbe avvicinato con il proposito di affiancarlo nella direzione dell’azienda, per ampliarne la capacità di muoversi sul mercato. Un cambiamento del paradigma mafioso, secondo la polizia. «Le estorsioni – aggiunge Salvago – rimangono un reato presente sul territorio, ma oggi la vera espressione della signoria mafiosa sono le piazza di spaccio e le agenzie di scommesse». Sono tuttora in corso indagini su società estere con sedi in Albania, Romania e Bulgaria

A Salvatore Bosco viene contestata la partecipazione stabile al clan Cappello-Bonaccorsi, mentre Giovanni Orazio Castiglia risponde di concorso esterno. Un ultimo, preoccupante dato è la presenza costante di ragazzini, se non addirittura bambini, nelle 20 agenzie sequestrate, che ricadono nelle province di Catania, Siracusa, Ragusa e Caltanissetta. 

I nomi degli indagati

1. Castiglia Giovanni Orazio (classe 1984), già detenuto (custodia cautelare in carcere)
2. D’Agata Santo (classe 1973), arresti domiciliari, già detenuto
3. Di Bella Andrea (classe 1991), arresti domiciliari, già detenuto
4. Nania Francesco (classe 1976), arresti domiciliari, già detenuto
5. Russo Antonino (classe 1980), arresti domiciliari, già detenuto
6. Truglio Salvatore (classe 1983), arresti domiciliari, già detenuto
7. Bosco Salvatore (classe 1985), pregiudicato, già detenuto (custodia cautelare in carcere)
8. Salvo Salvatore Massimiliano (classe 1982), inteso Massimo ‘u carruzzeri, già detenuto (custodia cautelare in carcere)
9. Blanco Santo (classe 1964), arresti domiciliari
10. Bucceri Francesco (classe 1978), arresti domiciliari
11. Caniglia Domenico (classe 1971), arresti domiciliari
12. Castiglia Orazio (classe 1963), arresti domiciliari
13. Cavaleri Angelo (classe 1944), arresti domiciliari
14. Cavaleri Ivano (classe 1977), arresti domiciliari
15. Conte Christian (classe 1993), arresti domiciliari
16. Crali William (classe 1989), arresti domiciliari
17. Di Cio Federico (classe 1977), arresti domiciliari
18. Di Mauro Tiziano (classe 1980), arresti domiciliari
19. Greco Giuseppe (classe 1960), arresti domiciliari
20. Greco Lorenzo (classe 1989), arresti domiciliari
21. Guasta Antonino (classe 1973), arresti domiciliari
22. Iannelli Massimo (classe 1965), arresti domiciliari
23. Lima Luca (classe 1984), arresti domiciliari
24. Lizzoli Alessandro Rosario (classe 1972), arresti domiciliari
25. Minutola Giovanni (classe 1986), arresti domiciliari
26. Nania Cristian (classe 1986), arresti domiciliari
27. Sterzi Andrea (classe 1975), arresti domiciliari
28. Tela Giorgio (classe 1979), arresti domiciliari
29. Conte Giovanni, Siracusa
30. Iacono Antonino, Siracusa
31. D’Anna Gino, Ribera (Agrigento)
32. Salvaggio Pietro, Ribera (Agrigento)
33. Cioffi Davide, Messina
34. Susino Angelo Antonino, Gela (Caltanissetta)
35. Di Pasquale Giovanni, Vittoria (Ragusa)

Marco Militello

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