Confisca dei beni per Pietro Nicola Mazzagatti, imprenditore attualmente in regime di 41bis perché ritenuto legato al clan dei Barcellonesi. Il provvedimento è stato eseguito dal personale della Dia di Messina, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Dda di Messina.
Originario di Santa Lucia del Mela, Mazzagatti è diventato monopolista nel settore della ristorazione e del catering nel centro tirrenico. La sua carriera criminale inizia negli anni Novanta, con il coinvolgimento e successiva condanna per estorsione aggravata dal metodo mafioso nell’inchiesta Sistema. In quell’occasione è stato appurato che la ditta Co.Ge.Mar di Barcellona Pozzo di Gotto era stata costretta a pagare il pizzo per lavori di consolidamento effettuati a Gualtieri Sicaminò.
Mazzagatti è stato arrestato anche nell’operazione Catering del 2004. Anche in questo caso per l’imprenditore è arrivata la condanna per tentata estorsione al titolare di un commerciante che vendeva tappeti persiani e ai titolari di una sala ricevimenti a San Pier Niceto.
Il curriculum criminale dell’uomo si è arricchito con l’operazione Gotha VI, dove Mazzagatti è stato ritenuto coinvolto direttamente in due omicidi: il primo, nel 1998, di Fortunato Ficarra e il secondo, tre anni dopo, in località Calderà a Barcellona Pozzo di Gotto, quando a essere ucciso fu il boss di Terme Vigliatore Domenico Tramontana. Per questi fatti, in estate è stato la procura ha chiesto la condanna all’ergastolo per Mazzagatti.
Tra i beni interessati dalla confisca di oggi ci sono anche la sala ricevimenti Villa Mont Valerie e il bar Valèrie Coffee and Pastry. Nel complesso il provvedimento riguarda quattro imprese, 14 immobili, 19 terreni, numerosi mezzi e diversi rapporti finanziari per un valore complessivo di 32 milioni di euro.
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