Mafia, arrestato a Lentini il latitante Sebastiano Raiti Si nascondeva in una confortevole casa in campagna

Lo hanno trovato in un’abitazione di campagna di Lentini. Sebastiano Raiti, 32 anni, detto Cozzola,

era latitante dallo scorso aprile, quando era sfuggito alla cattura durante l’operazione Uragano, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, che aveva portato al fermo di 17 persone, alcune di queste sono accusate di far parte del clan Nardo di Lentini. Tra questi proprio Raiti, che secondo la Procura avrebbe avuto un ruolo apicale nel gruppo.

Gli agenti della squadra mobile della polizia di Stato di Siracusa e del commissariato di Lentini lo hanno arrestato in contrada San Demetrio, ospite di un immobile di proprietà di Sergio Furnò, 32enne già noto alle forze dell’ordine che è stato a sua volta fermato con l’accusa di favoreggiamento per aver fornito appoggio logistico e copertura al latitante. La casa in cui si nascondeva era stata recentemente ristrutturata e disponeva di molti confort. 

Raiti, di fronte alle forze dell’ordine, ha provato a scappare attraverso gli aranceti che si estendono sul retro dell’abitazione, ma è stato prontamente bloccato dagli altri operatori di polizia che erano dislocati attorno alla casa. Il latitante non era solo: sono state denunciate per favoreggiamento altre due persone trovate insieme a lui. Uno di loro aveva anche 680 euro in contanti, somma che è stata sequestrata. 

L’inchiesta Uragano fece luce su un gruppo accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, specializzata nel commettere rapine, estorsioni e furti aggravati dal fine di agevolare il clan Nardo, egemene sul territorio di Lentini. In particolare la Procura ha contestato rapine in casa di donne sole o persone anziane. Spesso gli indagati conquistavano la fiducia delle loro vittime spacciandosi per operai dell’Enel. Alle vittime in alcuni casi sono stati bruciati terreni, capannoni e mezzi agricoli. Diffusa anche la pratica del cavallo di ritorno con il furto di auto e moto da restituire in cambio di una somma di denaro, mentre venivano presi di mira pure gli imprenditori della zona, costretti a subire atti intimidatori se non avessero ceduto alle richieste di estorsione. 

Salvo Catalano

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