Via Caprera è una traversina nascosta alle spalle della ben più nota via Plebiscito, nel cuore del quartiere San Cristoforo. Una di quelle strade delle quali la quasi totalità dei catanesi non ne conosce l’esistenza. Perfino il cartello che indica il suo nome è scolorito dal tempo e dal sole che batte sulla strada. Il posto ideale per una delle tantissime stalle abusive di proprietà di Cosa nostra. Confiscata alla mafia, la struttura fatiscente è stata consegnata al Comune di Catania nel 1999 e qualche giorno fa – dopo tredici anni – finalmente è stata abbattuta per realizzare una piccola piazza – ribattezzata piazzetta della legalità – con alcuni sedili in pietra lavica. Costo totale dell’intervento, 15mila euro.
Stamattina, a tagliare il nastro del piccolo slargo, assieme al sindaco Raffaele Stancanelli e al procuratore aggiunto Giuseppe Toscano si sono riuniti alcuni abitanti delle case che danno sulla piazzetta. Al posto della stalla pericolante coperta da eternit, un piccolo spazio dipinto di giallo con un carrubbo e qualche stella di natale per abbellirla. «La riconsegna di questo spazio avviene dopo tredici anni di silenzi e omissioni», afferma Stancanelli, che parla di «un segnale di legalità forte e chiaro per lottare concretamente le organizzazioni criminali anche nel controllo del territorio», in un quartiere estremamente difficile. Il primo cittadino spiega come l’azione per contrastate l’abusivismo edilizio stia dando qualche frutto, con i cittadini impegnati ad abbattere le strutture non regolari senza l’intervento diretto delle autorità. E Stancanelli fa l’esempio di un palazzo in via Archirotti, nei pressi del centro polifunzionale di via Zurria, e di un garage nei dintorni di viale Kennedy.
«State attenti a quello che fate – urla un ragazzo rivolto agli abitanti della strada- Il sindaco non è mai venuto da queste parti. E’ tempo di elezioni». Il giovane in qualche secondo si dilegua, ma Raffaele Stancanelli ribatte stizzito: «Se non facciamo nulla, veniamo criticati. Se facciamo qualcosa, veniamo criticati». L’incidente diplomatico viene presto archiviato. «Ma cu i’è chissu?», domanda un signore. «Uno ca voli fare sempre polemica», risponde prontamente una donna di mezza età che ha trasformato il nastro tricolore tagliato dal sindaco in una fascia da primo cittadino. Poi, allontanandosi dalla piazzetta assieme alle altre donne, la divide in piccole parti che distribuisce ai vicini di casa. Una di loro, mentre le macchine dei giornalisti e del Comune si allontanano, toglie le piante dalla piazzetta. E via Caprera torna ad essere quella piccola traversa nel ventre di Catania.
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