Mafia a Misterbianco, Di Guardo sostituisce Santapaola «Infiltrazioni? Possono sciogliere solo il sale nell’acqua»

Nino Di Guardo tira dritto. «Qui mafia non ce n’è, voglio morire da sindaco», ha dichiarato stamane in una intervista al quotidiano La Sicilia. In barba a pressioni e furibonde polemiche che stanno investendo l’amministrazione comunale di Misterbianco, il primo cittadino contrattacca su tutti i fronti. Si comincia da quello politico. Stamane ha annunciato davanti ai giornalisti l’esito del rimpasto-lampo di giunta azionato dalle dimissioni dell’ex vicesindaco dem Carmelo Santapaola, finito ai domiciliari nell’ambito dell’operazione antimafia Revolution bet 2. Ventuno gli arresti a Misterbianco di persone accusate a vario titolo di avere favorito gli affari nel mondo delle scommesse della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. In giunta viene promosso il consigliere comunale Federico Lupo, in passato già assessore, fedelissimo di Di Guardo; la delegha di vicesindaco passa invece all’assessore ai Lavori pubblici e consigliere di Sicilia futura Matteo Marchese, uomo del deputato regionale Nicola D’Agostino

Le opposizioni cittadine, intanto, lavorano alle contromosse. Stamane i gruppi consiliari di centrodestra, Guardiamo Avanti, e del Movimento 5 stelle hanno presentato, dopo averlo anticipato a MeridioNews, la richiesta di convocazione di un consiglio straordinario. «La città è messa alla berlina anche a causa delle scomposte reazioni del sindaco Di Guardo – ha commentato in una nota il consigliere di Guardiamo Avanti Marco Corsaro – e serve lanciare un messaggio di serietà in vista di un obiettivo vitale per l’intera Misterbianco: mandare a casa un’amministrazione fallita e compromessa». Il centrodestra affianca così l’offensiva pentastellata capitanata da Mario Giarrusso. Il senatore ha presentato un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Matteo Salvini chiedendo «l’immediato scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Misterbianco vista l’assoluta gravità della situazione». Scrive l’esponente M5s: «Appartenenti alla cosca Santapaola e per di più parenti del capo mafia Nitto Santapaola, hanno avuto la sfrontatezza di partecipare direttamente e personalmente alle elezioni comunali, sostenendo e determinando la vittoria dell’attuale sindaco».

Un battagliero Nino Di Guardo, in conferenza stampa, ha replicato senza abbandonare il suo notorio stile verace: «Il senatore Giarrusso al massimo può sciogliere del sale in una pentola, Misterbianco va avanti a testa alta». Il primo cittadino ha usato questo slogan per chiamare i suoi a un comizio in piazza domani sera. Prima, commentando il caso giudiziario, aveva ripreso la metafora del pidocchio usata già anni fa per definire il suo ex vicesindaco Santapaola: «Questa è una vicenda che assomiglia a un pidocchio che cade dalla criniera di un cavallo in corsa». Nel ruolo dell’animale, anche stavolta, c’è il Comune di Misterbianco «cresciuto e progredito» sotto le sue cinque sindacature dagli anni Ottanta a oggi. 

Nell’ambito dell’attività amministrativa Carmelo Santapaola – per ben due volte nominato vicesindaco da Di Guardo, nonché leader di una lista da duemila voti in due diverse tornate elettorali sempre apparentata al sindaco – in realtà non contava nulla. Ѐ il senso del ragionamento declamato davanti ai giornalisti: «Era il vicesindaco sì, ma la sua azione amministrativa non ha mai inciso minimamente nella vita di questo paese». Il sindaco di Misterbianco allontana ancora, infine, le ombre della criminalità organizzata: «Quanto accaduto riguarda una persona che da venti anni ha fatto politica a Misterbianco e per cinque anni ha fatto il presidente del consiglio. Nessuno ha mai dubitato della sua onestà e correttezza. L’intestazione dell’attività commerciale a lui o ad altri – il bar-centro scommesse Orso Bianco di Lineri, sequestrato –  è un fatto che non riguarda il Comune, è un fatto privato»

La replica di Carmelo Santapaola. Nel pomeriggio di oggi l’ex vice sindaco di Misterbianco Carmelo Santapaola ha affidato ai suoi legali alcune dichiarazioni sull’accaduto degli ultimi giorni. «Il signor Santapaola – recita il testo – respinge con tutta la fermezza possibile di essere stato in questi anni una sorta di longa manus dell’organizzazione mafiosa all’interno del Comune, avendo sempre improntato la propria attività politica ed amministrativa soltanto al perseguimento dell’interesse della comunità. Il nostro assistito – continuano i legali – ci incarica di manifestare la propria assoluta fiducia nella Magistratura, confidando che in tempi brevi possa accertarsi l’estraneità ai fatti contestati»

Francesco Vasta

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