«Non posso parlare, c’è il segreto d’ufficio. C’è il ministero che mi difende, è tutto falso». La conversazione con la preside Loredana Argentino, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Salvo Basso di Scordia, dura appena qualche minuto a serata già inoltrata. Al termine di una giornata che, per la sua scuola e per una sua docente, è stata quantomeno complicata. Sui giornali nazionali è arrivata la storia – che si è consumata tra febbraio e marzo – della sospensione, per due giorni, della maestra Giusy Cristaudo, insegnante 60enne accusata di avere dato uno «scappellotto» a un allievo e di avere «plagiato» i bambini di una terza elementare «affrontando tematiche politiche». Contestazioni messe nero su bianco dai genitori di un bimbo che, secondo la linea difensiva dell’insegnante e le testimonianze di una sua compagnetta di classe e della maestra di sostegno, sarebbe stato soltanto rimproverato verbalmente.
«La mia parola, quella di una bambina e quella di una collega valgono meno di quella di un singolo allievo, peraltro da me più volte rimproverato quel giorno e in passato. Ma la cosa non mi stupisce: ero oggetto delle attenzioni della dirigente dai tempi della storia del Diario di Anna Frank», ha detto ieri Cristaudo in un’intervista rilasciata a MeridioNews. Il riferimento alla giovane vittima dell’olocausto e al suo celeberrimo testo sarebbe avvenuto in autunno, mentre in classe la maestra e i suoi alunni stavano discutendo del tema delle migrazioni. E di come ai bambini non vengano risparmiate le sofferenze degli adulti. Da cui la decisione di leggere in aula alcuni brani del Diario, nonostante la giovanissima età degli allievi. «Si erano incuriositi e volevano leggerlo, ormai a quell’età sono molto più maturi di quanto possiamo immaginare», continuava Cristaudo parlando con questa testata.
Alcuni genitori, però, si sarebbero lamentati con la dirigente scolastica del costo imprevisto dovuto all’eventuale acquisto di un libro non previsto nel programma di studi. Cosa che avrebbe portato la dirigente a un rimprovero nei confronti dell’insegnante. E, mesi dopo, al riferimento ai temi politici nella denuncia dei genitori di un bimbo alla preside. «La storia del Diario di Anna Frank non c’entra nulla», assicura Argentino, sostenendo di non potere rilasciare ulteriori dichiarazioni né spiegare la propria posizione o quella della scuola sul fatto in discussione. «È tutto falso», si limita a ribadire. La questione, però, appare lungi dall’essere chiusa: difesa dall’avvocato Dario Fina, Giusy Cristaudo ha querelato per calunnia la sua preside e i genitori del bambino che l’hanno originariamente accusata.
Il clamore mediatico sulla vicenda scordiense arriva a seguito di quello avuto dalla storia della professoressa Rosa Maria Dell’Aria, la docente palermitana sospesa per due settimane per non avere vigilato sull’accostamento fatto dai suoi studenti tra il decreto sicurezza del vicepremier Matteo Salvini e le leggi razziali promulgate dal dittatore fascista Benito Mussolini. Sessantatré anni, professoressa di Italiano da circa 40 anni e insegnante da 30 all’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, l’insegnante potrà rientrare in servizio il prossimo 27 maggio. La sospensione di Cristaudo, invece, è stata scontata il 27 e il 28 marzo. Date in cui diversi genitori hanno protestato contro il provvedimento davanti alla scuola di Scordia.
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