IL GOVERNATORE DELL’ISOLA CHE OGNI GIORNO SI SCIACQUA LA BOCCA CON LA ‘LEGALITA’ TIENE SENZA CONTRATTO I DIRIGENTI. E NON HA ANCORA ATTIVATO L’ORGANISMO DI VALUTAZIONE DEGLI STESSI DIRIGENTI
di Paolo Luparello
In questo anno e mezzo di governo il Presidente non si deve esser fatto molti amici. Lui e la sua Giunta non hanno lesinato critiche e denunce, e certamente hanno messo mano a settori nei quali gli interessi di lobbies e potentati sono forti, una fra questi, per esempio, la formazione professionale. Se questa azione tesa alla lotta agli sprechi e alla corruzione sortirà gli effetti che tutti speriamo non si sa, ma si sa per certo che in questa azione il Presidente non ci va leggero si potrebbe dire che c’è una certa propensione a buttare il bambino con l’acqua sporca. E questo avviene con la citata formazione professionale, così come avviene con i lavoratori della Regione Siciliana.
Una amica mi racconta che ha avuto modo di contestare al Presidente questi suoi continui attacchi dichiarandogli il proprio disagio per questo comportamento la risposta sembra essere stata: “Ma io non parlo per te!”.
E questo lo devono pensare le migliaia di lavoratori della Regione che, nonostante le continue accuse e critiche provenienti anche da ambienti governativi, non sembrano curarsene, un po’ come in quell’episodio narrato da Totò, il principe de Curtis, in cui il personaggio da lui interpretato prende una serie di schiaffoni da un tale che continua a chiamarlo Pasquale. Alla sollecitazione della spalla che nello sketch lo rimbrottava per non aver reagito agli schiaffoni subiti, Totò risponde Ma io non mi chiamo Pasquale!
Signor Presidente, io lo so bene che lei non può avercela con me, e non soltanto perchè non mi conosce e perché faccio il mio dovere tutti i giorni, ma io non sono Totò e se lei lancia accuse generalizzate alla burocrazia regionale io mi sento offeso perché di quella burocrazia regionale io faccio parte e l’opinione pubblica non va per il sottile e si convince ancora di più che alla Regione ci sono soltanto fannulloni e corrotti se non ancora delinquenti della peggiore fatta.
L’ultima iniziativa del Presidente sembra che sarà l’istituzione di nuclei speciali antimafia che avranno il compito di controllare appalti, forniture, convenzioni, ribassi di gare pubbliche e regolarità nelle certificazioni. Questo in risposta all’intimidazione di cui è stato oggetto e che gli inquirenti devono aver ricondotto ad ambienti mafiosi (… “Visto che la mafia vuole alzare lo scontro – … – noi alziamo il tiro. A ogni attacco risponderò con misure straordinarie, questo è il metodo che ho sperimentato quando ero sindaco a ” ).
Qual è il messaggio che anche in questa occasione viene inviato all’opinione pubblica?
Ma a parte questo, che sembra essere l’ultimo dei pensieri del Presidente, sorgono alcubi interrogativi.
Da chi saranno composti questi nuclei? Se di personale interno si tratterà, da dove proverrà, attesa la cronica carenza degli organici di molti uffici specialmente quelli deputati alla utilizzazione dei fondi comunitari? Come si collocherà questa attività rispetto a quella già annunciata dal dirigente generale del dipartimento regionale tecnico quello che doveva essere guidato, nelle intenzioni del Presidente, da Tano Grasso?
Lo sapremo presto forse!
Questa vicenda che dimostra certamente l’impegno senza se e senza ma nella lotta alla mafia e all’illegalità da parte del Presidente non può però non far riflettere sulla situazione di illegittimità diffusa determinata dalla situazione in cui si trovano centinaia e centinaia di dirigenti della Regione che aspettano da tanti mesi, in alcuni casi da oltre un anno, la stipula di un contratto individuale. Stipula di un contratto che non ha soltanto una valenza economica, ma soprattutto giuridica. In assenza di un contratto il dirigente non è nel pieno delle sue funzioni e in forza del norme contrattuali potrebbe decidere, dalla sera alla mattina, di accettare un incarico in un altro dipartimento e lasciare l’ufficio fino a quel momento diretto. E poi ci si lamenta che gli uffici non funzionano o che i dirigenti non si assumono le responsabilità?
E come la mettiamo con la valutazione del ciclo della performance attraverso la quale l’Organismo Indipendente di Valutazione avrebbe dovuto valutare l’operato dei dirigenti e dei lavoratori della Regione siciliana? Organismo previsto per legge, e da un regolamento presidenziale, ma mai attivato dal Presidente e dal suo assessore alla Funzione pubblica.
Perché il Presidente e il suo assessore al ramo non attuano le norme esistenti anziché proporre sempre nuove innovazioni destinate, verosimilmente, a non essere attuate?
Comprendo che la lotta alla mafia e all’illegalità è una impresa titanica che assorbe tante energie, ma è troppo chiedere al Governo della Regione di occuparsi anche del buon andamento della propria Amministrazione a partire dal rispetto dei diritti legittimi dei propri lavoratori?
In fondo il Presidente è stato eletto alla Presidenza della Regione non al vertice della DIA!
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