LA DOMANDA NON E’ PEREGRINA ALLA LUCE DELLA GRANDE CONFUSIONE DI QUESTI GIORNI. A METTERE ORDINE PROVANO DUE DONNE: LE CONSIGLIERE COMUNALI LUISA LA COLLA E NADIA SPALLITTA
Che la legislazione regionale siciliana sia un po’ pasticciata non lo scopriamo oggi. Tuttavia sarebbe opportuno che l’Assemblea regionale siciliana nel varare la nuova legge sulle autonomie locali – leggasi città metropolitane e liberi consorzi – facesse un chiarimento sull’articolo 124 della legge regionale 25 de4l 1993, riguardante l’istituzione dell’ufficio del Centro storico di Palermo.
In particolare, sulle competenze affidate a tale ufficio in materia amministrativa. Ciò per la ragione che se non meglio definite le competenze amministrative, queste finiscono per configurare l’amministrazione del Centro storico una città nella città, con un assessore a ciò preposto che diventerebbe un ‘Sindaco del centro storico’, con competenze tecniche (ben definite) e competenze amministrative senza alcun limite.
La stessa legge, invece, sul settore tecnico indica con precisione le competenze degli ambiti tecnici dei quali l’ufficio del Centro storico deve dotarsi e cioè uno per l’elaborazione dei progetti di intervento nel territorio di competenza nonché sul recupero degli edifici pubblici e l’altro per l’istruzione ed il controllo dei progetti privati nello stesso ambito nonché sulle funzioni di consulenza e d’indirizzo per gli interventi di recupero edilizio.
La questione non è marginale per la ragione, per esempio, che nel rapporto tra l’Amministrazione ed i cittadini, in materia di autorizzazioni amministrative, si viene a configurare un trattamento diversificato tra chi opera nella città nel suo complesso e chi intende operare per la medesima attività nell’area circoscritta del Centro storico. Per fare un esempio: nel caso della richiesta di occupazione del suolo pubblico il cittadino deve ottenere ben cinque nulla osta da parte di altrettanti organismi che sono, nell’ordine, il Suap (l’ufficio che si occupa specificamente di attività produttive e suolo pubblico), l’ufficio del Traffico, gli uffici dei Vigili urbani, della Sovrintendenza e quello del Centro storico.
Ancora un esempio: in assenza di un apposito regolamento in materia di zonizzazione e relativa autorizzazione acustica, si assiste al concerto notturno ad alto volumen da parte degli esercenti attività di intrattenimento nei locali operanti nel Centro storico, con buona pace di chi la notte deve dormire, specie in estate quando si tendono le finestre aperte.
Com’è di tutta evidenza l’agibilità del Centro storico urbano necessita di una messa a punto urgente. A questo proposito è il caso di segnalare che le consigliere comunali Luisa La Colla e Nadia Spallitta si accingono a presentare una mozione sui temi del Centro storico di Palermo per definire una volta per tutte gli indirizzi e le specifiche competenze da attribuire all’ufficio preposto a tale funzione. In assenza di tale chiarimento abbiamo assistito alle improvvisazione dell’ex assessore Agata Bazzi, ora sostituita dall’assessore Tullio Giuffrè.
Va da sé che l’ufficio del Centro storico dell’amministrazione comunale di Palermo non è stato soppresso, né potrebbe esserlo perché esso è istituito in forza dell’articolo 124 della legge regionale 1 settembre 1993, n.25. Per sopprimerlo, quindi, occorrerebbe un’apposita legge regionale.
Sin qui i fatti, ora qualche breve considerazione. Che Leoluca Orlando il Sindaco lo sappia fare è una verità in parte fondata, purché non si faccia coinvolgere nel disegno folle del Governo regionale di sostenere la istituzione di ben tre città metropolitane in Sicilia, quando l’unica realtà urbanisticamente configurabile come metropolitana è quella di Catania, dove l’espansione urbana ha fagocitato numerosi Comuni pedemontani etnei.
E’, però, altrettanto vero, e va rilevato, che in una materia tanto complessa – quella del Centro storico di Palermo, che, secondo l’interpretazione corrente della legge istitutiva, si configura come una città nella città – a tentare di fare un po’ di chiarezza sono due consigliere donne. Infatti, La Colla e Spallitta, con la loro intelligente sensibilità, hanno pensato bene di affrontare in un pubblico dibattito nel Consiglio comunale la spigolosa materia, finora appannaggio della burocrazia comunale. E mettere in chiaro competenze, funzioni e ruolo dell’ufficio titolare della gestione del Centro storico in una visione integrata con l’intera città.
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