M5s, va via anche il referente all’immigrazione «Deluso da Forello, non sono stato consultato»

«Quando il vaso tracima non lo fa per grandi eventi ma per l’accumulo di piccole cose». Alì Listì Mamam, referente al tavolo per l’immigrazione per il M5s di Palermo e candidato al consiglio comunale, lascia il gruppo pentastellato a poco più di due mesi dalle elezioni amministrative. E lo fa lasciando più trapelare il concetto che dicendolo apertamente. Si va comunque ad aggiungere in ogni caso alle defezioni dal Movimento

L’annuncio era arrivato due giorni fa con un post su facebook dove il dottore in Giurisprudenza, originario del Niger ma palermitano d’adozione, liquidava il programma scrivendo che «non c’è, ridotto e sostituito con slogan banali e di debole significato». A Meridionews Mamam, ex presidente della Gange Onlus con la quale ha fornito assistenza ai migranti giunti in città, svela qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso

«Sull’hotspot Forello ha preso una posizione senza consultarmi – dice -. Io non ho letto la sua posizione né positivamente né negativamente, ma ritenevo che si dovesse rivolgere a me visto che mi occupo del tema per il Movimento. Le ragioni del mio abbandono sono dunque personali e anche ideologiche». Mamam però rifiuta l’accostamento con il caso delle firme false, spiegando che «quella vicenda l’ho vissuta in modo avulso, le dinamiche col mio caso sono molto differenti. Qui ci sono stati dissapori di dinamiche e di gestione».

Ora il praticante avvocato, che attualmente collabora con uno studio legale occupandosi di diritti umani, confessa di essere «deluso», anche se per spiegare pienamente le proprie ragioni e i motivi specifici dei contrasti con «quello che doveva essere un gruppo coeso per raggiungere determinati obiettivi, e invece non lo è stato», vuole attendere «tempi e modi giusti, anche per far scemare questo momento». Un addio, il suo, che potrebbe influenzare negativamente la già sbiadita immagine del M5s palermitano. «Spero che questo non incida sulla campagna elettorale – conclude – io tra l’altro non cercavo poltrone, come conferma il mio gesto». 

Andrea Turco

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