Il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, ieri sera a Palermo per il suo tour elettorale, incalzato dai cronisti a margine dell’evento di piazza era stato chiaro: «Patrizio Cinque non fa parte del Movimento». Parole che suonano come una sconfessione per il sindaco di Bagheria, in attesa della decisione dei giudici di Termini Imerese sul rinvio a giudizio per i reati di turbativa d’asta, abuso d’ufficio, falso, rivelazioni di segreto d’ufficio e omissione di atti d’ufficio nell’inchiesta che riguarda la gestione del palazzetto dello sport di Bagheria, la casa abusiva del cognato di Cinque e la gestione dei rifiuti del Comune alle porte di Palermo.
A gettare acqua sul fuoco della polemica ci pensa tuttavia lo stesso M5s, che da Roma chiarisce: «Le parole di Di Maio sono in linea con la posizione del Movimento, che è già nota da prima delle elezioni regionali in Sicilia, quando con una nota si era preso atto dell’autosospensione del sindaco di Bagheria in attesa degli sviluppi giudiziari della sua vicenda». Nulla di nuovo sotto il sole, in pratica, visto che era stato lo stesso primo cittadino bagherese a prendere le distanze a settembre in via preventiva dal proprio partito all’indomani della misura cautelare ricshieta per lui dalla Procura. «Ho piena fiducia nella magistratura – aveva scritto a fine settembre Cinque sui social – risponderò alle accuse e spiegherò tutto, anche a Voi, ma ogni cosa va fatta a suo tempo. Nel mentre, però, ho deciso di autosospendermi dal MoVimento 5 Stelle. È così che ritengo debba comportarsi un amministratore. Il Movimento 5 Stelle è la mia seconda pelle e non posso permettermi che venga colpito, quindi che colpiscano me ma lascino in pace il Movimento 5 Stelle».
Cinque tuttavia, oltre alla sua attività da sindaco, non ha smesso di portare avanti il proprio sostegno al movimento di Beppe Grillo, condividendo post elettorali e video dello stesso Di Maio insieme a Di Battista, certo di un reintegro a pieno tra le fila pentastellate una volta chiusa la parentesi giudiziaria da cui il sindaco di Bagheria si è sempre detto sicuro di uscire pulito. Di avviso contrario è l’avversario bagherese di Cinque, Daniele Vella, esponente del Pd uscito sconfitto dal ballottaggio alle ultime comunali proprio contro l’attuale primo cittadino. «Dopo la scomunica da parte di Luigi Di Maio – dice – ci aspettiamo che anche il M5S di Bagheria prenda ufficialmente le distanze dal sindaco Patrizio Cinque. Al di là delle vicende giudiziarie, che sembrano gravissime, la sindacatura di Cinque è fallimentare. Lo sanno bene i cittadini bagheresi che ogni giorno vivono sulla loro pelle l’incapacità amministrativa di questo sindaco. Le forze politiche – conclude – hanno il dovere di creare un’alternativa al malgoverno pentastellato che ridia una prospettiva di buon governo a questa città. Bagheria ha bisogno di amministratori che abbiano la testa proiettata alle cose da fare per il territorio e non in altre vicende».
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