«Caro Beppe, chi lo avrebbe detto che oggi, dopo dieci anni, saremmo stati qui a scriverti per ricordarti da dove, da chi e perché il Movimento 5 stelle è nato». La lettera aperta, partita dalla base calabrese dei pentastellati, ha ricevuto nelle scorse ore la firma del senatore Mario Giarrusso, non nuovo, perlomeno negli ultimi mesi, a prese di posizioni ostili ai vertici del partito.
Nell’appello rivolto a Grillo, fondatore del M5s insieme a Gianroberto Casaleggio, gli attivisti chiedono di tornare alle origini. «Eravamo quelli del “o noi o loro”, del no alleanze, no alle sedi, no ai leader, no al “capo politico”… eravamo diversi dagli altri. Oggi, siamo tutto e il contrario di tutto», si legge nel documento che sta circolando da alcuni giorni sui social network, e che dalla bacheca di Giarrusso è stato già rilanciato oltre quattrocento volte.
Il nodo principale è sempre lo stesso: l’attuale organizzazione del partito, che ha nel ministro degli Esteri Luigi Di Maio il leader. O meglio, per usare il lessico scelto dai pentastellati, il capo. «Oggi, ci ritroviamo in un Movimento non più nostro, nel quale non contiamo più e, soprattutto – scrivono gli attivisti – non ci riconosciamo più. Ci siamo interconnessi per un sogno condiviso risvegliandoci da soli, sudatissimi in un incubo». A irrigidire ancor più le posizioni, dopo la gestione della formazione del nuovo governo con il Partito democratico, è stata la sonora sconfitta alle Regionali in Umbria, dove il M5s, presentatosi in coalizione con i dem, è rimasto lontano dalla doppia cifra.
«Non facciamoci trascinare dagli eventi, eravamo noi che dovevamo cambiare il sistema, ma il sistema si è infiltrato e sta provando a divorarci da dentro», è l’avvertimento che gli attivisti lanciano a Grillo. Tesi che evidentemente viene condivisa anche da Giarrusso, che già a settembre in un’intervista a MeridioNews aveva accusato Di Maio di avere fatto diventare il M5s forza di minoranza nel nuovo governo, nonostante i risultati, ormai lontanissimi, delle Poltiche 2018. «Ritorniamo alla lucidità di un tempo, ai valori e ai principi di cui tanto potevamo andare fieri e che ora sembrano messi in discussione. Aboliamo la figura del capo politico e ritorniamo alla condivisione, senza la quale non esiste partecipazione», si legge a conclusione della lettera.
Parole nette, che non necessitano di ulteriori chiarimenti. «Io la firmo e vi invito a firmarla e divulgarla. Non abbiamo più tempo, salviamo il Movimento 5 stelle», chiosa Giarrusso.
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