Forse il primo caso in Italia di querela per un tweet. Di certo il più discusso, dopo essere rimbalzato sul blog del leader del MoVimento 5 stelle Beppe Grillo e perché rivolto a uno dei più noti giornalisti italiani: Gianni Riotta, ex direttore del Tg1 e de Il Sole 24 ore, oggi a La Stampa. A volerlo querelare per una sua frase su Twitter, il popolare social network, è Mario Giarrusso, avvocato amministrativista di Catania e candidato alle prossime politiche in Senato per il M5s nel collegio della Sicilia. Al centro della polemica, la proposta di incarico ricevuta dal legale da parte della Provincia di Catania, guidata da un commissario da poco nominato dal presidente regionale Rosario Crocetta. «Prima lottizzazione 5 Stelle. In Sicilia il capolista avvocato Giarrusso lottizzato presidente Ato Idrico Catania», twitta il giornalista siciliano il 29 dicembre citando un articolo de La Repubblica. «Riotta non distingue un incarico di sottogoverno, lottizzato, da un incarico professionale risponde Giarrusso, che sulla questione ha scritto un post sul blog di Grillo Lottizzato è una parola che non appartiene alla mia storia, io che mi batto da una vita contro queste pratiche». Una vicenda che sembra creare non pochi malumori anche allinterno dello stesso M5s etneo. Nonostante il chiarimento di Giarrusso: «Non cè nessun incarico né ci sarà. Ho deciso di non accettare il lavoro, che pure in questo momento scarseggia, per potermi meglio difendere e non coinvolgere il MoVimento».
Mario Giarrusso, a Catania, è tra gli avvocati più conosciuti. Almeno dalla società civile. Nella sua carriera da amministrativista non sono mancate battaglie contro gli inceneritori e il rigassificatore, a favore della trasparenza e della legalità nelle pubbliche amministrazioni. E anche tra i fondatori della costola siciliana di Rifiuti Zero. Tra le sue conoscenze non mancano i politici. Come il neo governatore dellisola Rosario Crocetta e il nuovo commissario da lui nominato alla Provincia di Catania Antonella Liotta. Ma Giarrusso non ne fa mistero. «Ci conosciamo da oltre dieci anni. Perché lei è stata un segretario comunale molto capace in diverse amministrazioni. Quelle che io ho difeso, in circa quattro ricorsi, perché avevano revocato alcuni appalti ad imprese sospettate di coinvolgimento con Cosa Nostra». Ricorsi tutti vinti. E stato naturale quindi per Liotta, dice Giarrusso, rivolgersi a lui quando si è ritrovata sulla scrivania unalta pila di carte sulla questione Sie-Ato.
«Un rompicapo giuridico», lo definisce lavvocato. La vicenda, complessa, riguarda la gestione dellacqua in territorio etneo. Finora affidata agli Ato (ambiti territoriali ottimali) che, secondo lex governatore Lombardo, avrebbero dovuto cedere acquedotti e competenze a una società: la Sie spa, partecipata dalla Provincia etnea ma al 49 per cento in mano ai privati. Passaggio mai avvenuto e che ha fatto accumulare nel tempo diversi ricorsi. Dal 31 dicembre, a complicare la situazione, ci si è messa una legge regionale che dispone la liquidazione degli stessi Ato per conferire la gestione ai Comuni. «Una norma che risponde a una direttiva nazionale, necessaria dopo il referendum in cui i cittadini hanno detto con fermezza che lacqua deve essere pubblica». Intanto, una sentenza di Appello del tribunale di Catania indica come strada per richiedere la nullità della costituzione della Sie proprio un procedimento ordinario. Per dirimere la questione, il commissario Liotta intendeva delegare a Giarrusso, in qualità di avvocato, il ruolo di commissario liquidatore dellAto.
«Serviva una normale consulenza professionale spiega lavvocato Data in pasto alla stampa da qualcuno che non vuole che lacqua sia davvero pubblica», ipotizza. Allinterno della stessa Provincia etnea, secondo il legale, dopo una riunione a cui lui avrebbe partecipato, spiega, come semplice consulente, non retribuito e in via informale. «Un evento che è stato descritto come un incarico di sottogoverno, politico e non professionale come invece sarebbe stato ma comunque non lo sarà». Giarrusso respinge quindi al mittente laccusa di essere «il primo grillino che si infila nelle maglie del sottogoverno siciliano», secondo larticolo de La Repubblica ripreso da Riotta, a firma di Carmelo Caruso. «La nomina a commissario liquidatore dellAto è comunque un incarico di sottogoverno insiste Caruso Io ho fatto il mio lavoro, senza mai dare del lottizzato a nessuno». Ma Giarrusso non ci sta e, per entrambi i giornalisti Caruso e Riotta , pensa di ricorrere alla querela. «Sono un avvocato, non il portaborse di nessuno lamenta Se avessi voluto mettermi dietro a un politico a pietire incarichi, avrei avuto unaltra storia. Non sono ricco, non ho uno studio mega-galattico né uno yacht al porto di Catania. Querelerò per tutelare il mio onore, senza se e senza ma».
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