«Quello che mi si contesta è un reato d’opinione». Parole di fuoco quelle dell’ormai ex consigliere del Movimento cinque stelle Ugo Forello, candidato a sindaco per la compagine grillina alle ultime elezioni comunali, espulso formalmente dal partito per decisione dei probiviri. Stessa sorte toccata a Giulia Argiroffi, finita insieme a Forello, finita sotto la lente dell’organo di garanzia interno al movimento di Beppe Grillo che aveva ricevuto una segnalazione a carico dei due lo scorso autunno.
Ai due, che hanno già manifestato intenzione di approdare tra le fila del gruppo misto, è costata l’espulsione l’accusa di «non collaborare col gruppo». Anche se tante sono state le tensioni e le schermaglie reciproche tra i cinque consiglieri, tanto tra i banchi di sala delle Lapidi quanto sui social, a partire dalla polemica di Forello sul suo dovere cedere il ruolo di capogruppo al collega Antonino Randazzo, come previsto dagli schemi di turnazione interni al M5s. Vicenda che si concluse con il passo indietro dello stesso Randazzo. Posto di capogruppo che sarebbe andato alcuni mesi dopo a Concetta Amella, non senza qualche risentimento.
Forello e Argiroffi si erano comunque rifiutati di lasciare spontaneamente la compagine grillina. Giulia Argiroffi è stata la prima a ricevere la comunicazione, a seguire Forello, che aveva comunque già annunciato il passaggio al misto subito dopo avere appreso dell’espulsione della collega. «Nel Movimento evidentemente non si può esprimere il dissenso», commenta Forello, da tempo inviso all’area più vicina al governo gialloverde all’interno del M5s per le sue frequenti prese di posizione critiche nei confronti della Lega e di certe decisioni adottate dal governo su spinta salviniana. L’avvocato è infatti accusato, tra l’altro, di «aver tenuto comportamenti e fatto dichiarazioni contrarie agli obblighi assunti, dichiarandosi pubblicamente indipendente dai lavori del resto del gruppo consiliare di appartenenza e più in generale anche verso altri esponenti nazionali del Movimento 5 Stelle, determinando, in tal modo, il rischio di conflitti e frizioni in danno dell’immagine, dell’azione politica e del programma del Movimento».
Ovviamente a cascata non si sono fatte attendere le reazioni delle altre anime di sala delle Lapidi. «Il Movimento 5 stelle non tollera la democrazia, la libertà di pensiero o di opinione – dice il capogruppo Pd Dario Chinnici – a Giulia Argiroffi e Ugo Forello, consiglieri comunali eletti nel M5S e passati al gruppo misto, va la nostra piena solidarietà. Due consiglieri capaci e appassionati che in questi anni si sono spesi per Palermo, seppur da posizioni di opposizione, e che non meritavano un simile trattamento ma che hanno dovuto scoprire, a proprie spese, il lato oscuro di un Movimento nato sulle ceneri del populismo e che sta portando il Paese allo sfascio». Gli fa praticamente eco Toni Sala, capogruppo di Palermo 2022, che dice: «Sono sicuro che i colleghi Forello e Argiroffi continueranno a offrire il loro contributo al consiglio comunale e alla città così come hanno fatto sinora, senza che le beghe interne al loro ex Movimento li distolgano dal loro impegno».
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