M5s e firme false a Palermo, interrogazione alla Camera Grillo ad attivisti: «Siamo parte lesa, chi sa qualcosa parli»

Si allarga ulteriormente il caso 5 stelle che parte da Palermo, in merito al presunto scandalo delle firme false per le Comunali del 2012  e che potrebbe avere effetti anche sulle elezioni amministrative del 2017. Nella seduta alla Camera del 10 ottobre i deputati Mara Mucci e Aris Prodani – entrambi eletti col M5s e dal 17 novembre 2015 appartenenti al gruppo parlamentare misto – hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta sulla vicenda, tornata alla ribalta tramite il programma tv Le Iene. «Il fatto  – scrivono i due firmatari – nasce da una denuncia presentata alla Digos siciliana, il professore ex grillino Vincenzo Pintagro, sulla base della quale risulterebbero essere state ricopiate ben duemila firme». 

Mucci e Padani, dopo aver ripercorso l’iter delle firme che sarebbero state ricopiate pena l’esclusione della lista dalle elezioni, chiedono di «quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e, fermi restando gli eventuali profili di competenza dell’autorità giudiziaria, se non intenda assumere iniziative normative per implementare la disciplina relativa alla presentazione delle liste elettorali, così da evitare il ripetersi di casi come quello di cui in premessa». Adesso il governo Renzi ha venti giorni giorni di tempo per comunicare una risposta alla Presidentessa della Camera. Con conseguenze che potrebbero incidere non solo sul percorso di avvicinamento alle Comunali ma anche sulle Regionali, sulle quali sin dalla manifestazione di Italia a 5stelle i pentastellati puntano decisamente.

Intanto nella giornata di ieri un post sul blog di Grillo prova a gettare acqua sul fuoco, dopo la notizia della riapertura delle indagini da parte della Procura di Palermo. «Confidiamo nell’attività della magistratura – si legge sul blog – e offriremo tutto il nostro supporto affinchè venga fatta chiarezza: il MoVimento 5 Stelle in questa vicenda è parte lesa perchè qualcuno ha probabilmente compiuto un reato utilizzando il nostro simbolo. La prima cosa che è stata fatta non appena ricevuto notizia dei fatti e prima del servizio delle Iene è stata quella di mandare tutti i documenti ai carabinieri. Stando alla ricostruzione andata in onda siamo davanti a un dramma dell’ignoranza». Per poi lanciare un appello direttamento agli appartenenti al M5s. «Se qualcuno degli attivisti del MoVimento 5 Stelle a Palermo sa qualcosa di più ce lo comunichi compilando questo form e rivolgendosi alla procura. I portavoce del MoVimento 5 Stelle accusati nel servizio hanno sporto denuncia per diffamazione e calunnia e si sono dichiarati assolutamente estranei e non coinvolti nei fatti. Ringraziamo Le Iene e le persone che hanno denunciato il fatto. Se sarà accertato che i colpevoli sono iscritti al MoVimento 5 Stelle saranno presi adeguati provvedimenti disciplinari». 

Andrea Turco

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