IL PROSSIMO ANNO CADRA’ IL BICENTENARIO DELLA MORTE DEL GRANDE POETA SICILIANO DEL ‘700. RIUSCIREMO A RICORDARLO E A FARLO CONOSCERE ALLE GIOVANI GENERAZIONI DELLA NOSTRA ISOLA?
di Giuseppe Scianò
Il Prof. Gaetano Cipolla, Presidente dellAssociazione Culturale ARBA SICULA e Docente Emerito dellUniversità di Saint John di New York (lUniversità Cattolica più prestigiosa degli States e forse del Mondo), ha recentemente e pubblicamente espresso le proprie preoccupazioni per il rischio che lanno venturo possa passare inosservata la ricorrenza del 200° anniversario della morte del poeta siciliano, Giovanni MELI.
LAbate, Medico e poeta Giovanni MELI morì, appunto, il 20 dicembre del 1815, a Palermo, dove era nato nel 1740.
Questa, in realtà, è una ricorrenza della quale, fino a questo momento, in Sicilia non sembra che se ne sia parlato affatto.
E un vero e proprio allarme, quello lanciato da Cipolla, che tutte le Istituzioni culturali pubbliche e private siciliane, soprattutto le quattro Università degli Studi di Palermo, di Catania, di Messina e di Enna, e la stessa Regione siciliana, non possono e non devono lasciare cadere nel vuoto.
Sarebbe, questa, una preziosa occasione da cogliere, anche per rivisitare e per fare conoscere – innanzi tutto ai Siciliani (ma anche agli Europei tutti ed ovviamente ai cittadini di tutto il Mondo) – quello che fu il SETTECENTO SICILIANO. Nonché quella che fu la NAZIONE SICILIANA (con i suoi primati e con i suoi problemi) che aveva attraversato brillantemente ed a testa alta il travagliato periodo storico che si sarebbe concluso con lepopea napoleonica, in un continuo confronto con lEuropa dellepoca.
Di tutto ciò, il MELI fu osservatore attento, protagonista, testimone e raffinato cantore.
Insomma: come giustamente raccomanda il Prof. Cipolla dagli States, la ricorrenza in questione dovrà essere un EVENTO. E non certamente un evento di poco conto.
Ci permettiamo di sottolineare, inoltre, che non è un caso che in Sicilia – e in primis nella Città di Palermo – in tutto il secolo XIX non pochi monumenti e lapidi abbiano ricordato la vita, i luoghi in cui era vissuto e le opere del più illustre dei poeti siciliani, che aveva usato e rivalutato la Lingua Siciliana.
Non senza legittimo orgoglio, infine, dobbiamo ricordare che le poesie del Meli sono state tradotte in italiano, in latino, in greco, in inglese, in francese ed in tedesco.
Non aggiungiamo altro se non per dire che, ancora una volta, confidiamo moltissimo sulla sensibilità e sulla disponibilità degli organi di informazione siciliani, a tutti i livelli.
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