Lungomare, le runner etnee contro i molestatori «C’è anche chi ti sbarra la strada masturbandosi»

«Mi stavo allenando, quando un ragazzo mi ha sbarrato la strada toccandosi il pene». L’elenco delle donne etnee amanti della corsa costrette a imbattersi con maniaci e molestatori ormai è sempre più lungo, come dimostrano alcune testimonianze raccolte da MeridioNews. Il luogo incriminato è il lungomare che da piazza Europa a Catania arriva ai faraglioni di Aci Trezza. Un tratto di costa in asfalto lungo diversi chilometri, che ogni giorno viene frequentato da centinaia di podisti e podiste ma anche da disturbatori seriali. Uomini, più o meno giovani, che si fanno trovare a qualsiasi orario del giorno per interrompere i momenti di svago, in particolare proprio delle donne. Si va da chi cerca di attirare la loro l’attenzione con qualche colpo di clacson a chi «fa complimenti spinti, spesso mimando con la lingua l’azione di leccare», spiega una frequentatrice. Nella lista trovano spazio anche dei veri e propri maniaci, che il più delle volte decidono «di abbassarsi i pantaloni e iniziare a masturbarsi».

C’è un uomo che fa sempre in macchina il nostro stesso percorso

«Mi trovavo in via dei Villini a Mare quando improvvisamente un ragazzo mi ha sbarrato la strada chiedendomi scusa». Simona frequenta il lungomare di Catania per i suoi allenamenti. Non è una podista occasionale ma un’agonista che si allena quotidianamente. «Appena ha iniziato a toccarsi mi sono impaurita e sono scappata. Volevo raggiungere la macchina parcheggiata in piazza Europa – continua – ma questa persona mi ha seguita con la sua auto». L’obiettivo forse era quello di bloccarla, ma l’uomo non è riuscito nel suo intento perché «si trovava nella corsia opposta rispetto alla mia».

La ragazza lo definisce con sarcasmo «soltanto uno dei piccoli inconvenienti» in cui si può incappare frequentando il tratto di costa etneo. Per evitarli, non sembra esserci un orario migliore di un altro per andare a correre, anche se il più delle volte i disturbatori fanno capolino quando sopraggiunge l’oscurità. A favorirli è anche la scarsa illuminazione pubblica, che negli ultimi anni è stata convertita con le lampadine a led. «Da piazza Europa a piazza Nettuno si vede qualcosa, ma nel tratto successivo fino a Ognina ci sono alcune zone totalmente al buio», spiega la testimone a MeridioNews

Mi ha inseguita e ha smesso solo quando ho minacciato di denunciarlo

Spostandosi verso Acicastello la situazione non sembra migliorare. «Mi è capitato di essere prima disturbata a parole e poi inseguita con la macchina da un signore che si è accostato chiedendo di potermi parlare», racconta Elvira. L’uomo avrebbe insistito fino a quando «gli ho detto di avere preso la sua targa, minacciando di denunciarlo». Così il maniaco ha lasciato il suo obiettivo, ma non avrebbe smesso di frequentare il lungomare: «Dopo quella volta mi capita spesso di incontrarlo, ma non mi ha disturbata più». Un caso isolato? Non sembrerebbe: «Ultimamente c’è un altro uomo che con la macchina fa dei giri percorrendo il nostro stesso tragitto d’allenamento. La sua è una presenza inquietante, ma almeno non ci ha importunate».

Le podiste, che lamentano scarsi controlli da parte delle forze dell’ordine, spesso sono costrette ad affiancarsi ad alcuni uomini che condividono con loro la stessa passione: «È l’unico modo per evitare di essere disturbate». Quando però l’allenamento non si può svolgere in gruppo, l’unica soluzione diventa quella di evitare determinate zone. «Non le percorriamo – conclude Elvira -. E siamo obbligate a fare avanti e indietro in quelle più affollate». 

Dario De Luca

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