Lungomare, ancora in coma la 14enne investita «Comune non garantisce la sicurezza dei cittadini»

Rimangono ancora gravi le condizioni della ragazza di 14 investita la sera dello scorso 4 agosto in viale Ruggero di Lauria mentre si trovava a bordo di un risciò assieme ad altre quattro persone. Il mezzo è stato travolto da un Suv, ma ancora non sono chiare le dinamiche dello scontro. Al momento l’unica certezza è lo stato di coma in cui si trova la giovane, apparsa subito in gravi condizioni già dal momento del ricovero. A scriverne, in una lunga lettera inviata al profilo Facebook Lungomare liberato, è un cugino della ragazzina. «La bambina è arrivata in ospedale già in coma dalla botta presa e non dava nessun segnale di vita», spiega. «La situazione è abbastanza critica in quanto è stazionaria e non dà nessun segno di peggioramento e né miglioramento».

Sulla pagina social da subito si è scatenato un dibattito sulle condizioni di sicurezza del Lungomare e sulle possibili responsabilità del guidatore ma anche di chi ha affittato il risciò poi travolto. «Si stavano solo divertendo, forse sì con un mezzo non adatto a camminare in quella strada», concede il cugino della giovane che chiede maggiori controlli in strada e più rispetto delle norme. «Ma mi chiedo chi è che dà l’autorizzazione a questi signori di affittare e far circolare questi mezzi? Credo che metà della responsabilità ce l’abbia l’amministrazione in quanto assente». 

Un Comune «che non garantisce la sicurezza dei propri cittadini, rendendo una zona balneare priva di impianti di illuminazione, di piste ciclabili, di attraversamenti pedonali non visibili». E prosegue: «Il sindaco chiude la strada solo poche ore una o due volte al mese…e tutti gli altri giorni?». «Non si è visto nessuno – continua amareggiato -, sarebbe stato carino far sentire la propria vicinanza alla famiglia anche con una sola lettera pubblicata sul giornale. Evidentemente si occupa solo di cercare degli acquirenti per il calcio Catania. Perché vale più della vita di una bambina di 14 anni». E conclude: «Preghiamo tutti per lei, perché una vita non può essere spezzata così». 

Redazione

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