L’ufficio speciale per la legalità

Leggo con stupore un articolo a firma di Riccardo Gueci che, nell’esaminare i dati sulle spese della Presidenza della Regione, ha annoverato l’Ufficio speciale per la Legalità, di cui sono responsabile, tra gli uffici fantasma dell’amministrazione regionale.

In particolare si legge testualmente che “esistono uffici speciali che non svolgono alcuna attività e però stanno lì ad esistere e a riscaldare le sedie”. Tale affermazione sarebbe supportata dalla circostanza secondo cui l’Ufficio con una dotazione finanziaria di 5 mila euro non avrebbe speso nulla nel 2011.

“La questione è semplice” prosegue l’articolo “o si tratta di un ufficio i cui operatori sono eccezionalmente virtuosi e svolgono il loro compito senza consumare nemmeno l’elettricità o la carta da scrivere, oppure non si recano nemmeno in ufficio”.

La prima affermazione contenuta nell’articolo che lascia a dire poco interdetti consiste quindi nell’idea secondo cui se un ufficio non spende nulla automaticamente non produce nulla. L’obiezione a tale asserzione è dunque: se l’ufficio avesse speso tutti i soldi previsti nei capitoli ad esso attribuiti, ciò lo avrebbe immediatamente reso un ufficio produttivo? O in questo ultimo caso sarebbe stato un’ulteriore ipotesi di spreco di denaro pubblico come argomentato nello stesso articolo per altri uffici?

Se il giornalista si fosse soffermato a documentarsi sulle competenze e sulle attività dell’Ufficio, anziché sparare a zero al solo scopo di dare una notizia sensazionalistica destituita di ogni fondamento, avrebbe facilmente scoperto- contattando chi vi lavora o collegandosi sul sito della regione siciliana (http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_Uffspecialelegalita) – che quest’Ufficio si trova ubicato nella sede della Segreteria generale di via Generale Magliocco n. 46 e, pertanto, “l’utilizzo dell’elettricità o la carta da scrivere” afferisce in termini strettamente economici alle spese sostenute da quest’ultima.

Sempre con le medesime modalità (ovvero contattando chi vi lavora o collegandosi sul sito della Regione Siciliana) il giornalista Riccardo Gueci avrebbe potuto verificare, ad esempio:

– che quest’ufficio è composto da 5 dipendenti della Regione siciliana e, trattandosi esclusivamente di professionalità interne alla medesima, gli stessi non possono comportare alcun aggravio di spese oltre quelle già previste dal CCRL;

– che l’attività attribuita concerne la materia dei beni confiscati alla criminalità organizzata ed, in particolare, a titolo esemplificativo, le procedure relative all’acquisizione di beni confiscati per la Regione siciliana, il coordinamento tra le amministrazioni e gli enti interessati alla destinazione e gestione dei beni confiscati, il monitoraggio e la verifica della cause di mancata utilizzazione dei beni confiscati in Sicilia già assegnati al patrimonio indisponibile dei comuni siciliani;

– che le uniche spese che quest’Ufficio avrebbe potuto effettuare concernono le missioni con uso del mezzo proprio per i sopralluoghi propedeutici all’assegnazione di beni per la Regione siciliana in località fuori dalla provincia, spese recentemente tagliate con ultima nota del 3167 del 23.09.2010 della Segreteria Generale con la conseguenza che le attività di sopralluogo ad oggi svolte, sono state interamente supportate a titolo personale dai componenti del medesimo ufficio.

Per concludere, e senza volere in alcun modo contestare il legittimo esercizio del diritto di critica si ritiene, a ragion veduta, che quest’ultimo debba incontrare gli stessi limiti previsti per il diritto di cronaca: verità, interesse pubblico, continenza formale. Solo se si rispettano tutti e tre i requisiti la critica è legittima. Quando mancano almeno due di questi (verità e continenza), come nel caso in esame, diventa uno sterile attacco strumentale ad altre finalità dal quale viene fuori una disinformazione a danno di coloro che svolgono correttamente il proprio lavoro.

 

Distinti saluti

Emanuela Giuliano

 

 

In primo luogo, un chiarimento preliminare. Il servizio cui fa riferimento la d.ssa Emanuela Giuliano ha lo scopo di esaminare il bilancio consuntivo della Regione siciliana nell’esercizio 2010. Non interessa a questa inchiesta il rendimento degli impiegati della Regione medesima, né il loro impegno professionale.

Ciò premesso, il fatto incontestabile è che lo stanziamento di bilancio, assegnato dal governo ed approvato dall’Assemblea legislativa, non è stato intaccato dall’attività di quell’ufficio. E questa non è né un’opinione ed ancor meno è una incontinenza formale. Se la dotazione di fondi è stata prevista si presuppone che servisse allo svolgimento dei compiti d’istituto propri di quell’ufficio. Altrimenti che senso avrebbe avuto tale assegnazione di fondi? Se, poi, questi fondi non sono stati utilizzati va da sé che le considerazioni, peraltro espresse in formula dubitativa e svolte nell’articolo’ incriminato’, hanno una loro ragione d’essere.

Non si stupisca la dottoressa Giuliano e prosegua serena nel suo essenziale compito lavorativo. Non c’era, da parte nostra, alcuna malizia.

Riccardo Gueci

 

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