L’ora delle favole: Berlusconi e il ponte sullo Stretto di Messina

Per Palermo oggi è stato il giorno del grande ritorno: quello di Silvio Berlusconi. Non che i palermitani non ci dormissero la notte, sapendo che questa mattina l’ex premier avrebbe rimesso piede in città. E di fatti, a parte l’enorme folla assiepata all’interno del teatro Politeama (circa un migliaio gli invitati), fuori dai cancelli le persone che guardavano attraverso un maxischermo la kermesse del leader del Popolo delle libertà non erano poi tante.

Certo, rimane sempre un grande evento assistere alle orazioni di un “white devil” (diavolo bianco, grande manipolatore del linguaggio) websteriano del XXI° secolo, ma i bagni di popolo della Fiera del Mediterraneo degli anni passati sono solo uno sbiadito ricordo. Il tempo passa per tutti.

All’arrivo del Cavaliere, seguito dal presidente uscente del Senato, Renato Schifani, e dal segretario Angelino Alfano, i supporter di Berlusconi hanno intonato l’inno del Popolo delle libertà e poi l’omaggio a Mameli. Stoppati applausi ed ovazione con la solita frase un po’ ruffiana: “Siete uno spettacolo impressionante, ma non esagerate, perché data l’età mi impressiono e mi potrebbe venire un attacco di cuore”, il leader del Pdl comincia il suo lungo monologo durato oltre due ore, alternato di programma e dure critiche ai suoi avversari.

Parte in quarta, con quello che è rimasto un nervo scoperto del suo progetto politico ed economico: la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina: “Sogno prima di morire di passare sul ponte che farà della Sicilia una terra superitaliana” e bla bla bla. Gli auguriamo 100 anni e più di vita, ma visti i tempi con cui si realizzano le infrastrutture in Sicilia, campa cavallo.

Promette che quest’opera sarà portata avanti dal Governo di centrodestra se dovesse vincere le elezioni. “Con la nostra vittoria Impregilo aprirà subito il cantiere del ponte”. Per ora, di concreto, del ponte sullo Stretto che Berlusconi ha promesso già nel 2001 ci sono solo le chiacchiere e i soldi che le imprese stanno incassando a titolo di risarcimento perché un altro Governo ha bloccato l’iter. Una sceneggiata sulla pelle del Sud.

Poi il solito sogno, per richiamare ancor di più l’attenzione dei presenti: “Ho avuto pure un incubo: di partecipare a un Consiglio dei ministri dove, nel 2006, uomini di cultura come Di Pietro lo hanno bloccato, dicendo che deviava le rotte dei delfini”. E qui fragorosi applausi della platea, in prima fila Alfano e Schifani, oltre agli ex ministri del Governo del Cavaliere, da Stefania Prestigiacomo a Saverio Romano.

Lancia duri strali a Monti e alla sua coalizione: “Sono sotto la soglia del 10 per cento. E Fini è allo 0,4 per cento. Il premier Monti si è fatto nominare senatore a vita e aveva promesso ai cittadini che non avrebbe approfittato della sua promozione per diventare protagonista della politica. È andato oltre invece, ora è un politicante come gli altri. Si propone come innovatore e si è alleato con Fini e Casini che stanno in Parlamento da 30 anni”.

“Mi accusano di non aver fatto le riforme e di non aver rispettato il patto con gli italiani – aggiunge -. Ma tutti sanno che sono stati i vari Follini, Casini e Fini che me l’hanno impedito. Per questo dico che occorre una maggioranza piena, che non sia formata da piccoli partitini i cui leader pensano solo al proprio bene e non a quello dello Stato”.

“Il superburocratino (si riferisce al premier Monti, ndr) – ironizza Berlusconi – ha portato nel dibattito la sua classe e la sua eleganza… Mi ha dato del cialtrone. Il punto più basso mai raggiunto nella storia della politica italiana, pur non nobilissima”.

Sferra a Monti uno schiaffo morale, ribadendo che con il primo Consiglio dei ministri ci sarà la restituzione di quanto i cittadini hanno già versato nel 2012 per la prima casa. Attraverso un rimborso vero e proprio sul conto corrente, oppure, per venire incontro ai pensionati, “in contanti, attraverso gli sportelli delle Poste”.

“C’è la copertura con le tasse su alcolici e similari – spiega – e un accordo con la Svizzera che da solo vale 15 miliardi. Anche se ancora non ci credono glielo dimostreremo”.

Per l’ex primo ministro, l’Imu ha dato il colpo di grazia al settore dell’edilizia nel quale, ci permettiamo di informarlo, si sono persi in Italia 108.100 posti di lavoro (fonte ufficio studi Confartigianato su dati Istat). “Per effetto dell’Imu e per la paura della crisi i consumi sono scesi e si sono creati 550 mila disoccupati. Solo il ‘professorino Monti’, che non capisce niente di economia, poteva non capire che l’effetto sarebbe stato questo”.

Un passaggio anche sull’imposta patrimoniale: “E’ indicata a Bersani dalla Cgil. Non si può fare. E’ solo una minaccia perché i poco più di duemila ricchi non possono coprire i 40 miliardi necessari. Quindi una patrimoniale colpirebbe tutti”. Insomma, da buon ricco, il Cavaliere si protegge il suo: perché con un’imposta patrimoniale colpirebbe se stesso e i ricchi che sono molti di più di duemila!

Poi, per rimarcare le cose buone fatte in passato dal suo Governo, si rivolge ai giovani in sala dicendogli: “Dovete un ringraziamento ad Antonio Martino, che era il mio ministro della Difesa nel primo Governo, perché vi ha regalato un anno di vita abolendo la leva obbligatoria”.

Il leader del Pdl si dilunga spiegando poi che “in Italia ci sono 3 milioni e mezzo di poveri e 8 milioni che rischiano di scivolare sotto la soglia della povertà e 3 milioni di disoccupati. Fra i giovani 37 ogni 100 cercano lavoro nel Paese e al Sud questa cifra sale a 50. Bisogna uscire da questa situazione diminuendo la spesa pubblica, il costo dello Stato”.

“In Germania – precisa – lo Stato costa 3000 euro a ogni cittadino, in Italia 4500. Non è possibile continuare così. Possiamo intervenire senza toccare le pensioni”.

Peccato non averci pensato prima, già ma c’erano “i vari Fini, Follini e Casini” che gli impedivano di ridurre i maxi stipendi di politici e manager pubblici.

In chiusura Berlusconi va sulle battute: “Noi abbiamo appetito, loro hanno fame”. E lancia una preghiera che definisce il suo credo laico sul diritto alla libertà allo sviluppo e alla libertà di educare i figli come si ritiene giusto. Chiusura da melodramma della politica “Crediamo nella famiglia di un uomo e di una donna nucleo fondamentale della società”.

Che detto da lui…

 

Marina Pupella

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