Lombardo se ne va, i disastri che ha provocato restano

Questo non è un articolo che traccia il bilancio di quattro anni di governo d Raffaele Lombardo. Il consuntivo lo faremo dopo le sue dimissioni. Oggi vogliamo solo commentare le ultime dichiarazioni del presidente della Regione. Una cosa, in particolare, ci ha colpito. Una frase breve, per essere precisi. Là dove il capo della giunta ormai dimissionario afferma: “Non ho rimpianti”.

Secondo noi Lombardo dice il vero. Perché tutto quello che è avvenuto -per esempio – in materia di fondi europei è il frutto di scelte del Governo. Del Governo Lombardo.

E’ stato il Governo Lombardo a dirottare quasi 500 milioni di euro del Fondo sociale europeo (Fse) destinati alla Sicilia nei ‘forzieri’ del Governo nazionale per farglieli gestire attraverso uno dei tanti Pon (Piano operativo nazionale). E’ stato il Governo Lombardo a decidere di dirottare altri 130 milioni di euro circa – presi sempre dall’Fse destinato alla Sicilia – per farli gestiredal MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca scentifica). Ed è stato lo stesso Governo Lombardo a determinare lo strano disimpegno di un miliardo di euro, soldi presi ancora una volta dall’Fse destinato alla Sicilia e finiti chissà dove (a Roma? a Bruxelles? spesi in parte in Sicilia per la forestazione?).

Lombardo non ha parlato e non parlerà di questi soldi. Anche perché, forse, questi soldi sono stati la chiave di volta della sua avventura politica con il Pd con ‘annessi’ e ‘connessi’. E il fatto che su una vicenda del genere sia sceso il silenzio generale, ebbene, ciò non significa che la vicenda non esiste. Purtroppo è lì, sotto gli occhi di chi la vuole vedere.

Lombardo, nel 2008, quando si è insediato, non ha trovato, in Sicilia, un quadro politico idilliaco. Se non altro perché lui ne aveva fatto parte. gestendo, per due anni circa, l’assessorato regionale alla Sanità inseme con l’ex presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro.

Oggi Lombardo lascia un quadro politico peggiorato. Anzi, quasi a pezzi. Distrutto, in parte dalle sue scelte politiche, in parte dai partiti che in questi quattro anni gli hanno tenuto bordone. Se in Italia, con Monti e le sue banche, la politica è ridotta male, in Sicilia è praticamente sparita. La testimonianza palmare della fine della politica la dà il Pd siciliano.

Nato, in Sicilia, come forza politica di sinistra e antimafiosa, questo Partito non ha esitato, per quattro anni, ad accompagnarsi con un presidente inquisito per mafia. Avallando – e talvolta promuovendo – scelte politiche che nulla hanno a che vedere con le ragioni politiche e culturali della sinistra.

Valga per tutti la questione dell’acqua. C’è un referendum che ha sancito il ritorno alla gestione pubblica. Mentre in Sicilia – con scelte politiche volute dal Governo Lombardo e sostenute dal Pd – l’acqua è ancora nelle salde mani dei privati. Con un disegno di legge di inziativa popolare, presentato al Sala d’Ercole, che è stato ‘insabbiato’ da un patto di ferro tra Lombardo, il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, il Pdl e il Pd.

Non parliamo dei rifiuti, poi. Qualche giorno fa l’Ars ha varato una legge che salva il culo agli amministratori, o presunti tali, degli Ato rifiuti responsabili di un indebitamento che supera un miliardo e 300 milioni di lire. Sapete, cari lettori di LinkSicilia, chi pagherà questo debito? Gli ignari cittadini siciliani.

Così ha voluto il Governo Lombardo-Pd. Così ha votato l’Ars (manca solo il voto finale previsto lunedì prossimo). Sapete come pagheremo, noi cittadini, i debiti miliardari degli Ato rifiuti? Con una parte dei fondi che la Regione versa ogni anno ai Comuni, che verrà trattenuta alla fonte. E con un aumento della tassa comunale sui rifiuti, che è già la più cara d’Italia. Un disastro per i Comuni siciliani, già i deficit, che dovranno ulteriormente ridurre i servizi forniti ai cittadini. E un disastro per i cittadini siciliani, che usufruiranno di meno servizi dai Comuni e, contemporaneamente, pagheranno una tassa sui rifiuti maggiorata. 

E non è finita. Ricordate? Lombardo ha sempre detto, in questi quattro anni: “No ai termovalorizzatori”. Perché avrebbero inquinato l’aria. E perché c’erano loschi affari attorno alla compavendita dei terreni dove sarebbero dovuti sorgere i quattro termovalorizzatori programmati dal precedente Governo regionale e ‘bocciati’ dalla Giustizia europea.

Ebbene, il Governo Lombardo-Pd ha autorizzato la combustione dei rifiuti nelle cementerie siciliane. In pratica, una soluzione di gran lunga peggiore di quella dei quattro termovalorizzatori. Diossina nell’aria e grandi affari per qualcuno.

Di queste cose – che sono poi le cose che interessano i cittadini – Lombardo e i suoi compagni di ‘viaggio’ (con in testa i dirigenti del Pd siciliano, dal capogruppo all’Ars di questo Partito, Antonello Cracolici, al parlamentare nazionale, Giuseppe Lumia) non parlano. E fanno bene. Ci penseremo noi a ricordarle ai cittadini siciliani in campagna elettorale.

Giulio Ambrosetti

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