Lombardo, i commenti di politici e cittadini L’appoggio del Pd e il precedente di Cuffaro

«Vi annuncio che è stato condannato l’ex presidente della Regione Siciliana Lombardo. Siccome è stato visto girare in questo palazzo, chiediamo che si intervenga». Così l’esponente catanese del Movimento 5 stelle Mario Giarrusso ha annunciato ieri in Senato la condanna a sei anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa dell’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo. Insieme a lui, a commentare nelle ore successive alla sentenza è stato soprattutto lo schieramento locale di Sel e il M5s. Unica voce che si è alzata dal Pd è stata quella del sindaco di Catania Enzo Bianco. Mentre i cittadini ironizzano online: «Lombardo, stai sereno», la frase diventata ormai un tormentone e in origine indirizzata dal segretario del Pd Matteo Renzi al presidente del Consiglio Enrico Letta poco prima della sostituzione.

Proprio il partito democratico e il suo passato appoggio al governo regionale di Lombardo sono uno degli argomenti al centro dei commenti di queste ore. Da parte dei politici così come di semplici cittadini. «E’ possibile che nessuno nel partito democratico senta l’esigenza di aprire una riflessione su una stagione che ha visto quel partito come protagonista di una delle peggiori esperienze di governo della nostra Regione?», chiede il deputato Sel Erasmo Palazzotto. «La sentenza di oggi conferma il nostro giudizio e la nostra scelta di totale opposizione ai governi Cuffaro prima e Lombardo poi – gli fa eco il coordinatore regionale Massimo Fundarò – E obbliga l’intera classe politica siciliana che ha appoggiato e sostenuto quelle esperienze di governo ad assumersi la propria parte di responsabilità».

Non solo nella vicenda, ricorda il Movimento 5 stelle all’assemblea regionale siciliana: «Il problema ancor più grande è che questi epiloghi sono solo la punta di iceberg che partono da una corruzione diffusa, dal voto di scambio e dalla condizione di povertà delle famiglie siciliane, che, a volte, risultano, per rassegnazione o per disperazione, conniventi e addirittura dipendenti da un certo sistema politico – scrivono in una nota i deputati grillini siciliani – Finché non libereremo le famiglie dalla preoccupazione del domani, non riporteremo i disillusi a votare, non cambieremo la cultura di questa regione, avremo sempre una politica, portatrice di interessi particolari e non collettivi».

«Dal punto di vista umano non può che dispiacermi, ma la decisione dei giudici dimostra come non sbagliassi segnalando gravi preoccupazioni per il sistema di relazioni che si sviluppava attorno all’allora presidente della Regione», è il commento che arriva dal primo cittadino etneo Enzo Bianco che ricorda come sia stato «isolato e criticato persino nel mio stesso partito perché dicevo che il Pd non aveva altra alternativa che ritirare l’appoggio al governo Lombardo». «Mi spiace che la Sicilia per due volte consecutive veda condannati Presidenti della Regione – conclude il sindaco etneo – ma è bene che si faccia piena luce su certe realtà: questa è una terra che merita innanzitutto verità e legalità».

Ed è proprio il ricordo della non troppo lontana condanna per favoreggiamento alla mafia di una altro governatore siciliano, Totò Cuffaro, predecessore di Raffaele Lombardo, l’altro tema più dibattuto dai cittadini che hanno presto commentato in Rete la notizia della sentenza. Tra chi accusa gli elettori isolani responsabili di averli votati, chi si chiede se sia una maledizione della poltrona regionale e chi invita l’attuale presidente Rosario Crocetta agli scongiuri, c’è anche chi difende Lombardo. Molti coperti dall’anonimato dei commenti in Rete, pochi apertamente. Tra questi, gli argomenti più ricorrenti sono: «Lo ritengo innocente sino a sentenza definitiva», scrive un cittadino sul social network Twitter. «Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è davvero assurdo e anacronistico», gli fa eco un’altra utente.

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Redazione

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