Oggi per la Sicilia è il giorno della verità. Sapremo, finalmente, di che morte dovrà morire il Governo regionale presieduto da Raffaele Lombardo. Due o tre mesi fa ha annunciato le proprie dimissioni. Sarà così? Da questa politica siciliana, dedita ai giochi di Palazzo e sempre più lontana dai bisogno della gente, cè da aspettarsi di tutto.
Ieri, ad esempio, abbiamo assistito a scene che non sappiamo se definire comiche o tragiche. Con un presidente della Regione che, a 24 ore dalle dimissioni, continua a spartire poltrone di sottogoverno. Tanto che la capogruppo dellUdc allArs, Giulia Adamo, ha commentato: ”Lansia delle ultime ore ha causato a Lombardo la sindrome di Caligola: dal chiuso della sua stanza non fa altro che procedere a nomine su nomine tanto che, probabilmente, presto vedremo qualche illustre cavallo, o peggio altra specie di equide, designato all’ennesima, costosa ed inutile, poltrona o mangiatoia….
E se ieri Lombardo-Caligola proseguiva sulla strada delle nomine, la prima commissione dellArs (Affari istituzionali) provava a fare un colpaccio, approvando le nomine del Governo. Su questo punto proviamo a fare un po di chiarezza.
Le nomine del Governo vengono inviate alla prima commissione legislativa per ilparare di rito. Il parere della prima commissione è obbligatorio ma non vincolante per il Governo. In pratica, anche se la commissione dà parere negativo, lesecutivo può comunque procedere con le nomine. Senonché allArs è ormai prassi consolidata che, in caso di parere negativo della commissione, il Governo non proceda con le nomine.
Ieri il presidente della prima commissione, Riccardo Minardo, esponente dellMpa (cioè del partito del presidente della Regione) ha provato ad far approvare le nomine tra mille polemiche. A quanto pare non sarebbero state rispettate le regole. Tantè vero che la commmissione verifica di poteri, convocata dal presidente dellArs, Francesco Cascio, ha annullato la seduta della commissione.
Morale: la commissione dovrà essere riconvocata per approvare o bocciare le nomine. Quando se lArs – ammesso che oggi Lombardo si dimetta – sta per sciogliersi? Qui le scuole di pensiero si dividono.
Ieri, su qualche giornale, abbiamo letto che le nomine rimangono sospese in attesa dellinsediamento del nuovo parlamento siciliano. E quello che pensavamo anche noi. Ma cè anche chi sostiene che i parlamentari, benché decaduti, possono – anzi debbono – tornare a riunirsi nelle commissioni se hanno lasciato lavoro in sospeso. In base a questa seconda scuola di pensiero, il parere sulle nomine rientrerebbe tra le cose che i parlamentari decaduti della prima commissione dellArs dovrebbero fare.
Il passaggio è delicato. Se le cose stessero così, i parlamentari dela prima commissione – anche se decaduti – avrebbero 15 giorni di tempo per esprimere il parere: superato questo termine, scatterebbe il silenzio-assenso e il parere della prima commissione verrebbe considerato positivo.
Ieri molti osservatori si sono concentrati sulle nomine bgli enti e società regionali. Per queste nomine, però, il problema è relativo, perché la legge blocca-nomine approvata di recente dallArs ha introdotto lo spoil system: ciò significa che il futuro Governo, se lo riterrà opportuno, manderà a casa i nominati da Lombardo.
Il problema si pone per le nomine della sanità. Il riferimento è ai commissari straordinari che Lombardo ha trasformato in direttori generali tra Palermo, Agrigento e Catania. Anche queste nomine debbono passare dal vaglio della prima commissione legislativa dellArs.
Ieri, in realtà, cè stata – mettiamola così – un po di confusione. Le nomine importanti sono queste. Perché queste nomine non sono regolate dallo spoil system, ma dal Codice Civile. In pratica, il futuro Governo regionale, se vorrà mandare a casa questi direttori generali dovrà rescindergli il contratto e pagargli comunque tre anni (il loro contratto è infatti triennale: 250 mila euro allanno, 750 mila euro in tre anni).
In tutta questa storia, non sappiamo se stanotte il Governo Lombardo ha nominato gli altri direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Sicilia. I contratti di questi manager scadono il 31 agosto. In teoria il Governo potrebbe nominarli. Sarebbe uno sgarbo istituzionale, perché dovrebbero essere nomine del futuro Governo. Ma con il clima politico che si respira – lo ripetiamo – cè da aspettarsi di tutto.
Foto di Raffaele Lombardo tratta da lindipendenza.com
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