Lombardo & Albert (Pd): avete distrutto la formazione professionale in Sicilia

Non ci sono soldi per gli arretrati contrattuali degli operatori della formazione professionali. Così come non ci sono soldi per rifinanziare la legge regionale 24 del 6 agosto 1976 e solamente 8 milioni di euro sono stati richiesti per il 2013 per rifinanziare il fondo di garanzia del settore.

Sono alcuni temi tra quelli contenuti nel cosiddetto “bozzone” presentato all’assessorato regionale all’Economia dal dirigente generale del dipartimento professionale Istruzione e Formazione professionale, Ludovico Albert. Proviamo ad approfondire la posizione decisa da Albert in tema di previsioni di bilancio sulla formazione professionale.

Intanto cominciamo col dire che è stato derubricato il capitolo 318112 del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale. Si tratta della previsione di spesa riguardante gli arretrati contrattuali dei lavoratori della formazione professionale a seguito del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore. E’ bene precisare che su questa partita l’amministrazione regionale è già risultata soccombente in terzo grado di giudizio nei confronti del personale della formazione professionale. Ciò significa che la Regione siciliana ha un debito di 12 milioni di euro che dovrà corrispondere, prima o poi, agli operatori della formazione professionale. Pertanto, il nuovo assessore regionale all’Economia si troverà, da subito, a dovere riattivare il capitolo 318112 per azzerare il debito ereditato, evitando così ulteriori danni.

Si tratta di una delle tante grane che il deficitario Governo regionale uscente rassegnerà al nuovo Presidente della Regione siciliana. E siamo convinti che non sarà l’unico buco che si ritroverà il futuro Governo della Regione.

Poi c’è la vicenda legata alla legge regionale 24 del 6 marzo 1976 totalmente disattesa da Raffaele Lombardo, presidente uscente della Regione siciliana, dall’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale, Accursio Gallo e dal suo predecessore Mario Centorrino. Una gestione peraltro condivisa ampiamente da Ludovico Albert. Proviamo a chiarire la questione.

In pratica, la scelta politica del presidente Lombardo e del suo Governo è stata quella di trasferire il finanziamento dei corsi di formazione professionale sul Fondo sociale europeo attraverso l’attivazione di apposito capitolo di spesa, il 717914. Il risultato finale è stato quello dell’Avviso 20/2011, un fabbisogno di 286 milioni di euro per il primo anno ed un successivo stanziamento di pari importo per ognuna delle annualità fino al 2014 con l’utilizzo in cofinanziamento delle risorse comunitarie. E’ chiara a tutti la conseguenza di questa scelta politica: l’inadempimento dell’obbligo in capo all’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale di emanare annualmente il Piano regionale dell’offerta formativa (Prof) per il 2012 e per il 2013.

Un’altra grana che si ritroverà il nuovo governo regionale sarà proprio quella di dovere individuare le necessarie risorse finanziarie dal bilancio regionale per dare seguito a quanto previsto dall’art.5 della legge 24/76 e successive modifiche ed integrazioni. In aggiunta l’assessore regionale, che siederà sulla poltrona scomoda della formazione professionale, dovrà rispondere alla diffida di 1.100 lavoratori sull’art.14 della legge regionale 24/76 riguardante l’Albo dei formatori. Ma anche sulla “Class action amministrativa” sul ripristino della legge regionale 24/76.

Pare che su queste vicende legate ai rifinanziamento della rubrica formazione professionale il dirigente generale al ramo, Ludovico Albert, abbia trasmesso al dipartimento Bilancio e Tesoro, alla Ragioneria generale della Regione siciliana ed al servizio bilancio e programmazione dell’assessorato all’Economia un documento. Una lettera articolata, in buona sostanza, riguardante le indicazioni delle variazioni da apportare ai capitoli di competenza del dipartimento Istruzione e Formazione professionale.

In merito al capitolo di spesa riguardante il finanziamento del Prof 2013 Albert pare abbia tracciato due percorsi alternativi. Con il primo sottopone la necessità di apportare le risorse finanziarie al capitolo 717910 nel rispetto di quanto previsto dall’art.5 della legge regionale 24/1976. Con il secondo, invece, sottopone una attenta rivisitazione del quadro normativo. In buona sostanza, non si capisce come possa volgere al termine il 2012 senza che il Governo regionale si sia posto il problema del rifinanziamento del capitolo 717910.

Si tratta di una previsione di spesa propedeutica al varo della direttive per il Piano regionale dell’offerta formativa. Il Governo uscente non lo ha fatto, disattendendo le stesse leggi. Paradossale e assurdo. E’ la prima volta che accade da oltre trent’anni. Va chiarito, quindi, che chi arriverà si troverà un’altra grana: decidere se varare o meno il Prof 2013.

Sul 2012 qualcuno dovrà rispondere della responsabilità di non aver avviato il Prof,. E quindi cosa fare adesso? Secondo Albert, due le vie: sopprimere il capitolo 717910 o riformare la stessa legge regionale 24/1976. Un vero groviglio normativo ed amministrativo che fa emergere l’approssimazione con la quale il trio delle meraviglie, conosciuto con l’acronimo LAC (Lombardo, Albert e Centorrino) si sia mosso negli ultimi 2 anni.

Infine occorre sottolineare, da informazioni assunte, che il capitolo di spesa 318110 relativo al funzionamento del fondo di garanzia per il personale dipendente del settore della formazione professionale, come disciplinato dalla legge regionale 10 del 7 giugno 2011, presenta per il 2012 una dotazione di 5,5 milioni di euro. Mentre per il 2013 la richiesta di stanziamento è pari a 8 milioni di euro.

Quindi, in conclusione, riscontriamo l’ennesima incongruenza gestionale dell’attuale amministrazione di via Ausonia (sede di Palermo dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale). Infatti, da un lato si mette in discussione la legge regionale 24/1976 lasciando il capitolo per memoria e senza un euro. Si introducono meccanismi di “licenziamento facile” attraverso l’Avviso 20/2011. Si introduce l’elenco del personale dipendente della formazione professionale.

Uno strumento di gestione delle disponibilità al lavoro del personale dipendente degli Enti formativi. Lavoratori costretti a girare per la provincia di competenza alla ricerca di un posto di lavoro. Essere in esubero nel proprio Ente, a causa del parametro unico di finanziamento entrato da subito a regime, significa dovere trovare, dentro il sistema formativo, un posto di lavoro, cosa che non accade affatto.

Molti Enti se ne infischiano dell’elenco regionale e ne approfittano per assumersi nuovi soggetti, avvantaggiati da un sistema di controlli che non esiste. Un modo efficace per fare clientelismo politico-elettorale. Fatto che ha generato un vero e proprio caos nelle province. Dall’altro, però, si continua a finanziare, aggiungiamo noi opportunamente, il fondo di garanzia di cui al capitolo 318110 destinato al personale dipendente degli Enti formativi. Quindi i dipendenti ci sono o vanno licenziati?

Una giungla di provvedimenti in contrasto tra loro che sintetizzano un totale stato di confusione nella gestione della cosa pubblica e cioè il servizio di formazione professionale che istituzionalmente la Regione eroga ai cittadini e agli studenti siciliani. Un servizio che andrebbe erogato senza produzione di utili o profitti. Una speculazione incomprensibile.

Una spiegazione possiamo darcela però. Sicuramente l’Avviso 20/2011 va ricompreso nell’alveo delle azioni di un Governo regionale che consentono il raggiungimento di specifiche finalità aggiuntive a quelle istituzionali e che possono apportare un profitto per chi utilmente si aggiudica la gara. Ma tutto questo cosa c’entra con una finalità istituzionale della Regione siciliana? La verità è che il Governo regionale uscente ha fatto una scelta politica “pesante”: non rifinanziare il capitolo 717910 relativo al Piano regionale dell’offerta formativa.

Infatti, una delle complicazioni emerse da questa scelta, che appare scellerata, è quella della mancata copertura di alcuni istituti contrattuali non previsti dal Vademecum per il Fondo sociale europeo e quindi non rendicontabili dalle attività dell’Avviso 20/2011. Si tratta di malattia, permessi studio, allattamento, etc. Ennesima grana che dovrà affrontare il nuovo Governo regionale. Un fallimento annunciato quello di Raffaele Lombardo e dei sue diverse giunte regionali. Un fallimento più volte sottolineato dalle pagine di questo giornale ed oggi certificato dal documento relativo al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2013 riguardante la rubrica del dipartimento istruzione e formazione professionale.

Foto di prima pagina tratta da micarsas.it: metafora della formazione professionale siciliana di Lombardo & Albert

 

Giuseppe Messina

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