Uno spettro si aggira per la Sicilia: è lo spettro di Matteo Salvini. Se qualcuno pensava che il leader della Lega Nord potesse rappresentare un pericolo solo nelle regioni del Nord, dovrà ricredersi. Ormai con lui fanno i conti anche i politici (e i movimenti) siciliani che temono non poco la sua calata nell’Isola.
Un timore che affonda le sue radici nella strabiliante vittoria leghista, in casa nostra, alle europee dello scorso Maggio: a Maletto, Comune ai piedi dell’Etna, la Lega Nord, è stato il partito più votato, con una percentuale di consensi del 32,6%, più di quanto abbia accumulato nella mitica Pontida.
Certo, i meriti sono andati ad Antonio Mazzeo, l’uomo che aveva sposato la causa leghista. Si è parlato, dunque, di un voto dato più alla persona che al partito. Un modo per esorcizzare quanto accaduto? Di fatto, Salvini con quel voto, ha conquistato una prima roccaforte in Sicilia. Da qui il sogno di una espansione nell’Isola che ha cominciato a prendere forma con contatti, sempre più frequenti, con alcuni esponenti della società e della politica siciliana (si era parlato anche di un candidato leghista per la poltrona di Sindaco di Agrigento).
Un sogno che diventa sempre più concreto alla luce del successo che Salvini sta ottenendo a livello nazionale, tanto da meritarsi pure la benedizione di Silvio Berlusconi, che lo aveva, addirittura, indicato come suo successore nella leadership del centrodestra.
Ma proprio il partito di Berlusconi, in Sicilia, è tra quelli che temono di più l’avanzata della Lega Nord. A lui, stamattina, nel corso di un incontro del club Forza Silvio a Palermo, sono stati dedicati gli interventi più accorati.
Gianfranco Micciché ha parlato di una vera e propria «minaccia rappresentata dalla Lega di Salvini che potrebbe fagocitare l’elettorato siciliano vicino agli azzurri, in particolare il partito dei delusi che alle passate elezioni ha preferito il partito della protesta di Grillo».
E ancora: «La Lega e Salvini stanno prendendo il posto del M5S ormai in caduta libera.- ha aggiunto Micciché- Se Salvini arriva in Sicilia, noi rischiamo di perdere la metà dei nostri voti, perché la gente è disperata».
Si mostra più sicuro il coordinatore siciliano Vincenzo Gibiino per il quale «Salvini non può essere l’uomo forte del centrodestra. Lui e’ intelligente -ha chiarito- e sta cavalcando una campagna elettorale di opposizione dura. Il centrodestra però è anche moderazione, confronto, dialogo, progetto e se si immagina di governare l’Italia non si possono affrontare in modo semplicistico temi che riguardano le pensioni o la tassazione limitandosi a un ‘no euro».
Checché ne dica Gibiino, intanto il leader leghista comincia a comparire nelle prime pagine dei quotidiani più noti dell’Isola.
Stamattina, ad esempio, a pagina quattro del Giornale di Sicilia, troneggia una sua foto che fa da contorno ad una lunga intervista. Nella quale Salvini conferma di stare costruendo il progetto di una Lega che coinvolga tutto il Sud «con incontri e contatti che mi dicono quanto e quanto siano stanchi i meridionali che hanno voglia di reagire. Disoccupati, professori, agricoltori, studenti imprenditori- dice il leader della Lega Nord- Lo scambio di messaggi e punti di vista è fittissimo».
C’è da aggiungere che, l’ormai noto progetto della Lega Nord di coinvolgere tutto il Sud Italia, Sicilia in primis, divide il mondo dei movimenti autonomisti e indipendentisti dell’Isola.
Una parte di questi lo saluta con speranza. La speranza, cioè di una strategia politica che preveda di unire le forze per arrivare, una volte e per tutte, ad una Italia federalista (lo Statuto siciliano altro non è se non il prototipo di un modello federalista).
Un’altra parte invece, boccia radicalmente l’idea, sostenendo che gli interessi della Sicilia, non potranno mai coincidere con quelli del Nord.
Ma che il mondo autonomista e indipendentista siciliano -dove spesso sembrano contare più le questioni di principio che il resto- sia diviso, non è certo una novità.
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