LO AFFERMA IL PARLAMENTARE DI FORZA ITALIA ALL’ARS, GIUSEPPE MILAZZO
Il Governo faccia chiarezza e soprattutto dia certezza ai forestali sulle somme che andrà ad utilizzare.
Lo dice il parlamentare regionale di Forza Italia, Giuseppe Milazzo, a margine della Commissione Bilancio dell’Ars che si sta svolgendo in queste ore.
La storia è nota: il Governo di Rosario Crocetta vorrebbe scippare 20 milioni di euro dal fondo di rotazione della Crias (la Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane), per pagare con 18 milioni di euro e rotti gli operai della Forestale rimasti scoperti, il Ciapi di Priolo (un milione di euro) e la caccia di Caltanissetta e dintorni (700 mila euro circa).
Il rischio – aggiunge Milazzo – è che la norma possa essere impugnata dal Commissario dello Stato perché potrebbero emergere rilievi sul fatto che fondi destinati al Crias e cioè investimenti per l’agricoltura vengano utilizzati per pagare le giornate lavorative ai forestali.
Questo fondo di rotazione della Crias che il Governo Crocetta vorrebbe ‘saccheggiare’ viene utilizzato anche dagli agricoltori.
Lo scenario si complica. Da un lato si rischia di penalizzare le imprese artigiane e agricole della Sicilia. Dall’altra lato si rischia di lasciare gli operai della Forestale senza copertura per il completamento delle giornate lavorative di quest’anno.
La soluzione migliore sarebbe quella di farsi restituire i 550 milioni di euro che il Governo Renzi, a giugno, si è impegnato a restituire alla Regione siciliana. Ma per ottenere questo risultato la Sicilia avrebbe bisogno non di un Governo regionale di renziani che fanno gli interessi di Renzi, ma di un Governo che faccia gli interessi della Sicilia. Il che con Crocetta, il senatore Lumia e Davide Faraone è praticamente impossibile.
Il rischio, conclude Milazzo a proposito dei forestali, è “il disastro per la stagione e per i lavoratori”.
A questo punto il parlamentare azzurro auspica “una maggiore sinergia tra Regione e Commissario dello Stato nell’interesse della Regione. In pratica, un accordo tra chi verifica la legittimità costituzionale delle leggi approvate dall’Ars (l’Ufficio del Commissario dello Stato) e chi approva le leggi (l’Ars, per l’appunto).
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